Campagna Toscana Valdisieve

ValdisieveLa Pieve di San Pietro a Cascia a Reggello. Diritto d'autore: marcociannarel / 123RF Archivio Fotografico

Valdisieve

Presentazione

Quella della Valdisieve è la montagna più vicina alla città di Firenze e comprende i comuni di Dicomano, Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rufina e San Godenzo. Un territorio verde e incontaminato che si estende dalla vallata della Sieve ai confini con il Mugello, di grandissimo valore naturalistico e ambientale, tutelato da numerose riserve e aree protette.
In Valdisieve troviamo lembi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la Riserva Biogenetica di Vallombrosa, la Foresta di Sant'Antonio con faggete e castagneti a perdita d'occhio, i crinali della consuma e del Monte Giovi, ai confini con il Mugello, e più in basso dolci colline coltivate ad oliveti e vigneti. La Valdisieve è infatti, per tradizione secolare, la zona in cui si coltivano gli ortaggi e i frutti destinati alle tavole fiorentine, dove si producono l'olio e il vino per i commensali di città. Le stradine che salgono sui colli della Valdisieve meritano di essere percorse con calma, alla scoperta di ville, pievi, borghi e cantine. Di particolare fascino è la Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino che si soda fra le aziende agricole dove si produce l'eccellente vino rosso locale. Il territorio incontaminato della Valdisieve, detta anche Montagna Fiorentina, si presta benissimo ad essere esplorato a piedi o a cavallo, grazie all'ottima rete di sentieri segnati dal C.A.I. che si snodano alle pendici del Pratomagno, nelle splendide foreste di Vallombrosa e di Sant'Antonio, fitte di castagni e conifere, lungo corsi d'acqua puri e impetuosi.
Lo straordinario patrimonio naturalistico della Valdisieve è integrato da preziose testimonianze storiche e artistiche, che documentano l'antichissima frequentazione umana di questi luoghi. Dagli Etruschi, che per primi avviarono le coltivazioni di viti e olivi, ai romani che impiantarono borghi e colonie, fino alle diocesi medievali che si sostituirono alle civitas romane nel controllo del territorio, le diverse civiltà che si sono avvicendate sul territorio della Valdisieve hanno lasciato splendidi segni della loro presenza. Nel Medioevo furono le signorie dei Pazzi, dei Guidi e degli Ubaldini a costruire castelli, borghi fortificati e vie di comunicazione. Successivamente, nel periodo della dominazione fiorentina che prese avvio nel Trecento, fu la ricca borghesia cittadina a costruire ville e giardini per il riposo in campagna. Nel Quattrocento, Firenze disseminò la Valdisieve di borghi fortificati e strade d'accesso, legando il territorio alla propria vicenda storica che proseguirà nel Granducato di Toscana fino all'ingresso nell'Italia Unita.

I Musei


La Valdisieve è ricca di Musei che raccolgono importanti reperti e testimonianze sia delle civiltà che la dominarono che della cultura contadina, vera identità del territorio. A Rufina si visita il Museo della vite e del vino, che raccoglie una delle più complete documentazioni storiche sulla produzione vitivinicola, oltre ad una vasta collezione di strumenti antichi per la produzione del vino e la coltivazione dei vigneti.
A Pelago, nella Pieve di San Clemente, è ospitato il Museo di Arte Sacra che conserva numerose opere d'arte, pale d'altare, manoscritti e arredi sacri. A Dicomano, in località Frascole, si visitano gli scavi archeologici che hanno riportato alla luce i resti di una cinta muraria probabilmente risalente al periodo etrusco, dal IV al II secolo a.C. Il Museo d'Arte Sacra di Reggello, allestito nella Pieve di San Pietro a Cascia, conserva il trittico di San Giovenale, ritenuto la prima opera di Masaccio. Infine, sempre nel comune di Reggello, si possono visitare gli scavi archeologici di Poggio alla Regina, che hanno restituito parte dell'insediamento medievale del Castello di Castiglione.

I luoghi della Fede


Tutta la Valdisieve può essere considerata un museo all'aria aperta, da visitare senza fretta, adattandosi al ritmo lento e sereno della campagna disseminata di borghi, castelli e pievi. Un itinerario di particolare suggestione è quello che tocca i principali luoghi della fede sparsi in Valdisieve. A Dicomano, su un poggio sovrastante l'abitato moderno, si trova la Pieve di Santa Maria che ha mantenuto relativamente integra l'originale struttura romanica.
La pieve sorge sui resti di un antico castello del quale probabilmente la robusta torre campanaria faceva in origine parte. All'interno sono conservati dipinti del '500 e '600 fiorentino, un bassorilievo ed un tondo robbiano. Partendo dal paese della Rufina si percorre una stradina tortuosa che si snoda fra panorami superbi, giungendo a Castilgioni, dove merita una visita la Pieve di Santo Stefano, esempio tipico di architettura romanica delle campagne fiorentine risalente al XII secolo.
Proseguendo sulla stessa strada, dopo l'abitato di Rimaggio si entra in Pomino, dove si trova la Pieve di S. Bartolomeo, risalente al XII-XIII secolo: nell'interno ampio e solenne si conservano una preziosa terracotta invetriata di Luca della Robbia ed una tavola del '400 raffigurante la Madonna col Bambino e Santi attribuita al Maestro di S. Miniato. Lasciato Pomino si prosegue per Borselli e poco prima dell'abitato si incontra la Chiesa di S. Maria a Tosina su cui esercitò il patronato l'Eremo di Camaldoli. Adiacente alla sobria facciata della chiesa, un portale epigrafato e datato 1465 introduce all'antico convento. All'interno sono conservati un organo con cantoria lignea dei primi del '900 e terrecotte di bottega robbiana. A Pelago, antico castello dei conti Guidi, merita una sosta la Chiesa di S. Clemente, ricostruita nel 1782 dall'Abbazia di Vallombrosa sull'impianto di una più antica cappella romanica. All'interno un antico fonte battesimale, un altare in scagliola riccamente ornato e una piccola Raccolta di Arte Sacra.
Il percorso continua verso Vallombrosa, nel comune di Reggello, dove le dolci colline coltivate lasciano il posto ad una splendida foresta creata e curata nei secoli dai monaci, e dichiarata nel 1973 Riserva Biogenetica Naturale. Nel cuore della foresta si trova l' Abbazia di Vallombrosa, che deve la sua origine a Giovanni Gualberto, nobile fiorentino che nel 1008 lasciò con un compagno il monastero di San Miniato di Firenze, in cerca di un luogo più isolato. Dopo l'incontro cruciale con San Romualdo che aveva già fondato l'eremo di Camaldoli, Gualberto cominciò a costruire attorno al piccolo eremo già presente a Vallombrosa celle in legno per i nuovi adepti.
Nel 1015 i monaci elessero Gualberto a loro superiore, e nacque la nuova congregazione dei monaci vallombrosani, che seguì la regola di San Benedetto. Nel 1036 iniziarono i lavori per la costruzione in muratura delle celle e dell'oratorio. Intorno al 1450 vennero eseguiti importanti ampliamenti con la nuova sacrestia e i locali del noviziato, e alla fine del XV secolo il complesso assunse le caratteristiche e l'aspetto attuali. La torre fu innalzata per scopi difensivi nel 1529, dopo il saccheggio di Carlo V, mentre il muro che chiude il piazzale e la vasca, usata per allevare pesci e produrre ghiaccio, risalgono al Seicento. Il monastero, soppresso durante l'epoca napoleonica, fu riaperto nel 1817 dal Granduca Ferdinando. Nel 1866 il neonato Regno d'Italia sfrattò i monaci e il monastero passò all'Azienda Forestale. I benedettini vi tornarono solo nel 1949. All'interno dell'Abbazia si conservano numerose opere d'arte, tra la quali un bassorilievo robbiano nel vestibolo prospiciente il refettorio, le quindici tele di Ignazio Hugford nel refettorio, il coro ligneo della chiesa intagliato e intarsiato da Francesco da Poggibonsi. La foresta che circonda l'Abbazia è punteggiata da cappelle e tabernacoli costruiti fra il XVI e il XVII secolo.
A pochi chilometri da Donnini si trova la Pieve a Pitiana, dedicata a San Pietro e la cui esistenza è documentata fin dall'anno 1000. La pieve possiede un bel campanile romanico e un portico aggiunto nel Cinquecento. L'interno, che conserva una Annunciazione della scuola del Ghirlandaio, fu rimaneggiato nell'800, ma sono ben visibili i resti dell'antica struttura. La Pieve di Pitiana merita una visita anche per la splendida posizione panoramica sulla vallata. Proseguendo in direzione di Reggello, si raggiunge la località Pietrapiana, dove merita una sosta la Pieve di Sant'Agata in Àrfoli. Le prime notizie storiche sulla pieve di Sant'Agata sono del 1230 e la facciata, pesantemente rimaneggiata all'inizio del '900, è stata recentemente riportata alle originarie linee romaniche. All'interno si conservano alcune opere d'arte altomedievali, un bell'organo della metà del '700 e un fonte battesimale di pietra, forse dell'anno 1000. Accanto alla pieve si apre il chiostro duecentesco, con quattro colonne aggiunte in epoca rinascimentale. A pochi chilometri dal centro di Reggello si trova la Pieve di San Pietro a Cascia, edificata per volontà di Matilde di Canossa attorno al XII sec. La pieve di Cascia è un gioiello di architettura romanica perfettamente conservato e custodisce il celeberrimo trittico di San Giovenale, il primo lavoro noto attribuito a Masaccio, raffigurante la Madonna in trono con bambino, angeli e santi. Oltre ad esso vi si conservano una Madonna con bambino e santi attribuita a Domenico del Ghirlandaio e un'Annunciazione di Mariotto di Cristofano.

Arti e Mestieri


La pietra arenaria, il legname e i prodotti del bosco disponibili in quantità sul territorio della Valdisieve hanno determinato la nascita di attività artigianali e produttive specifiche fin dal Medioevo. Le moderne botteghe artigiane permettono di ripercorrere la storia di mestieri antichi che oggi sopravvivono adeguandosi alle rinnovate esigenze dei consumatori. In Valdisieve sono ancora attivi moltissimi mulini, sia a vento che ad acqua, dove si può assistere alla macinazione tradizionale di grano e castagne.
Molto vivace anche l'attività degli scalpellini che tirano fuori dalle lastre di pietra serena autentici capolavori, oggetti d'arte, rifiniture architettoniche e complementi d'arredo davvero bellissimi. Non è da meno l'abilità dei fabbri che battono a mano il ferro, vivaci anche le produzioni di botti e la lavorazione del legno. Alcuni artigiani della Valdisieve proseguono nella tradizione di impagliare i fiaschi e di intrecciare la paglia per realizzare cesti, cappelli ed altri oggetti d'uso quotidiano.

Prodotti Tipici


I prodotti tipici per eccellenza della Valdisieve sono quelli agricoli, tutelati assieme al territorio dove si aprono pascoli e coltivazioni a perdita d'occhio. La Strada dei Vini Rufina e Pomino si sonda attraverso i territori di produzione del Chianti Rufina Docg e Pomino Doc, due vini di diversa personalità e caratteristiche, conosciuti ed apprezzati da secoli. Attraverso una visita alle aziende di produzione e alle cantine, la Strada propone un percorso alla scoperta delle bellezze dei comuni di Pontassieve, Pelago, Rufina, Londa e Dicomano.
Il territorio della Valdisieve è parzialmente attraversato anche dalla Strada dei Vini Colli Fiorentini che tocca i comuni di Pelago, Pontassieve e Reggello. Il Chianti Colli Fiorentini è una zona di produzione identificata fin dal 1932 e copre una fascia di colline tradizionalmente vocate alla produzione di vini eccellenti. Il marchio che contraddistingue le aziende associate al Consorzio è il leone della torre di Palazzo Vecchio, unito simbolicamente al calice dei Colli Fiorentini. Nella fascia collinare della Valdisieve si produce anche un olio extravergine d'oliva dalle caratteristiche eccellenti, sia in termini di gusto che di proprietà nutritive.
Il territorio della Valdisieve si presta molto bene alla coltivazione dello squisito fagiolo zolfino, tipico del Pratomagno, e del fagiolo nano sia bianco che nero. Fra le varietà tipiche da sempre coltivate sulle colline intorno a Firenze ci sono anche i ceci nostrali, dal sapore delicatissimo, e il cece rosa, più piccolo e dalla buccia rosata.
Nelle colline soleggiate fra Dicomano e Londa si produce la deliziosa Pesca Regina di Londa, a polpa bianca e di ottimo sapore, che matura a stagione molto avanzata, tanto che nei mercati di Firenze la si acquista a settembre inoltrato. San Godenzo e Castagno d'Andrea, già entro i confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sono al centro di zone coperte da splendidi castagneti. Infatti in questo lembo della Valdisieve si producono squisiti marroni, in alcune località anche premiati con il marchio I.G.P. Marrone del Mugello. Fra i salumi, il tipico per eccellenza è il bardiccio, una sorta di salsiccia arricchita con le frattaglie del maiale e i semi di finocchio selvatico. Il miglior modo per apprezzarne il gusto deciso è cucinarlo alla griglia e accompagnarlo con un bicchiere di vino rosso di produzione locale. Eccellente anche la finocchiona, insaccato preparato con la carne magra e grassa del ventre di suino aromatizzata con semi di finocchio. Da non perdere il miele di zona e i formaggi, fra i quali davvero eccellenti sono il pecorino stagionato in grotta, lo yogurt e la ricotta.

Un giro in Valdisieve


Dicomano


La fondazione del centro storico di Dicomano risale al periodo romano, anche se ben poco resta a testimonianza delle origini del paese. Sicuramente da vedere i Loggiati del Seicento che si aprono lungo via Alighieri, gli eleganti palazzi Delle Pozze e Della Nave nelle vicinanze di piazza Buonamici e l'Oratorio settecentesco di Sant'Onofrio. A due passi dal centro, merita una visita la Pieve di Santa Maria in posizione panoramica sulla sommità di un poggio, al cui interno si conservano pregevoli opere pittoriche del XVI secolo. Nei dintorni di Dicomano si visitano la Badia ad Agnano, con un campanile innalzato nell'anno Mille, la Villa di Poggio, di origine trecentesca ma restaurata nel Settecento e gli scavi etruschi di Frascole. Da vedere anche la Chiesa e il Convento di San Giovanni, fondati nel Settecento sui resti della pieve medievale di San Ditale. A Vicorati, frazione di Dicomano, si trovano infine l'Oratorio cinquecentesco di Montedomini e il resti del Castello medievale.

San Godenzo


Nato attorno ad una importante Abbazia Benedettina, fondata attorno al Mille in onore di San Gaudenzio, il paesino è immerso in boschi di castagni e faggi. San Godenzo accoglie il visitatore con l'eleganza del Palazzo dei Conti Guidi che si affaccia sulla piazza principale del paese. A pochi passi di distanza, ai piedi del Falterona si trova la splendida Badia di San Godenzo, fondata prima dell'813 e retta dai monaci benedettini dipendenti dalla Diocesi di Fiesole fino al 1482, quando subentrarono i padri serviti della Santissima Annunziata di Firenze. L'interno, nell'abside antica, conserva un bel mosaico di Giuseppe Cassioli del 1929, mentre l'altare nella grande cripta dell'XI secolo ospita un polittico della Madonna col Bambino e quattro santi. Lungo la strada che va a Dicomano, in località San Bavello, si trova la millenaria pieve romanica di San Babila, dalla sobria facciata costruita con bozze di pietra.
Castagno d'Andrea

Si trova sempre nel territorio comunale di San Godenzo, ma rientra già all'interno dei confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Celebre per aver dato i natali al pittore Andrea del Castagno, oggi Castagno d'Andrea è un piacevole centro di villeggiatura dal quale si dipartono numerosi sentieri per il Monte Falterona, Capo d'Arno, Campigna e Camaldoli, all'interno del Parco. Da visitare la deliziosa Chiesa di San Martino, dove sono custodite preziose opere di Pietro Annigoni, ed uno dei Centri Visita del Parco, dedicato al Monte Falterona dove si trova la sorgente dell'Arno. Fra le tante escursioni possibili da Castagno d'Andrea, segnaliamo quella alla Cascata dell'Acquacheta, in prossimità di San Benedetto in Alpe: alla confluenza fra il torrente Troncalosso e l'Acquacheta l'acqua fa un balzo di oltre 130 metri e nei dintorni sono vaste distese di prati verdi perfetti per rilassarsi un po'. Lungo il corso dell'Arno, alle pendici dei monti Casentinesi, sono molti i paesini che meritano una sosta, come Capolona dove si trova la bella Pieve a Sietina, chiesetta romanica ricca di affreschi della scuola aretina del Quattrocento.
Subbiano

Dominato dal castello medievale, sorge sulla riva sinistra dell'Arno. A due chilometri dal centro del paese si trova la mole di Castelnuovo che domina la strada con la torre del XV secolo. Già ai confini con i monti del Pratomagno si trova Castel Focognano, celebre per la presenza della Pieve di Sant'Antonio a Socana, un raro esempio di architettura romanica con torre esagonale edificata su un'area sacra etrusca, da poco riportata alla luce intorno alla chiesa. Sempre in direzione del Pratomagno si trova anche il piccolo abitato di Talla, immerso nel folto dei castagneti. Sia il capoluogo che le frazioni ai piedi del Pratomagno sono apprezzate stazioni di villeggiatura estiva e a monte dell'abitato di Talla merita una visita il Castello di Bagnina che conserva ancora buona parte della struttura originale. Lungo la strada che conduce al Santuario de La Verna, si incontra Chitignano, un tempo rinomato centro termale che oggi conserva il suggestivo Castello degli Ubertini e la signorile Casa del Podestà.

Londa


Piacevole avamposto per la scoperta delle Foreste Casenitnesi è situata sulle pendici del Monte Falterona lungo il corso del fiume Sieve. Nei dintorni la natura offre boschi bellissimi ed un lago incantevole, mentre numerosi reperti testimoniano l'importanza dell'insediamento in epoca etrusca e medievale. Il territorio di Londa è ricco di castagneti e boschi di conifere e il centro storico del paese si apre in mezzo a scenari naturali bellissimi. Attorno alla piazza principale si aprono i signorili palazzi delle antiche famiglie nobili di Londa, affacciati intorno alla fontana. Da vedere anche la Prepositura della Santissima Concezione e il ponte sul fiume Vincine con due slanciate arcate in pietra. Nei dintorni di Londa si visitano la Pieve di San Leonino a Monti, costruita nell'XI secolo davanti alla Rocca dei Conti Guidi, della quale si conservano solo alcuni resti. A pochi metri c'è il Palazzo Marchionale Guadagni, oggi divenuto una residenza privata. Verso il Casentino, in località Rincine, si trova la Pieve di Sant'Elena, databile fra il XII e il XIII secolo. Vicino alla pieve, lungo il corso del fiume Rincine, si trovano i resti di alcuni antichi mulini.

Pelago


Pur appartenendo alla Valdisieve da un punto di vista storico e amministrativo, Pelago si sviluppa prevalentemente sui monti che scendono verso l'Arno. Nel capoluogo si trovano i palazzi eleganti dell'antica nobiltà locale, alcuni impreziositi da bei loggiati. Da vedere anche la settecentesca chiesa di San Clemente, dove si trova una piccola Raccolta di oggetti di arte sacra. Molte testimonianze della storia di Pelago si trovano disseminate nella campagna circostante: sulla strada che va verso il Casentino, poco sopra San Francesco, si trova il Castello di Nipozzano, edificato prima del Mille e circondato dalle pittoresche case del borgo medievale. Del Castello di Ristonchi si conserva oggi solo l'alta torre costruita nel XII secolo, mentre la Villa di Altomena, appartenuta ai conti Guidi, è stata restaurata ed oggi ospita una fattoria. La villa dei Buondelmonti a Grassina fu in passato di proprietà dell'Abbazia di Vallombrosa, ma già nel 1586 era passata in proprietà alla famiglia fiorentina dei Buondelmonti, in quel periodo signora delle colline di Firenze. A Tosina si visitano la Pieve e il Monastero di Santa Caterina, che racchiudono un bel chiostro, una Sala Capitolare, il refettorio e la biblioteca, mentre le piccole frazioni di Paterno e Raggiali meritano una sosta per le caratteristiche di pittoreschi borghi di montagna con le casette costruite in pietra. Durante il mese di luglio il pittoresco centro storico di Pelago si anima per l'On the road Festival, un maxi raduno di artisti di strada che dura tre giorni, richiamando giovani da tutta la Toscana per assistere a concerti, performance teatrali, mercatini e spettacoli di artisti girovaghi.

Borgo San Lorenzo


E' il principale insediamento del Mugello, sede della maggior parte delle attività commerciali, produttive e del terziario. Da vedere la Pieve di San Lorenzo, fondata prima del Mille, e in località Luco il monastero camaldolese femminile con la Chiesa di San Pietro, soppresso nel 1808 e fino a poco tempo fa sede dell'ospedale del Mugello. Di Borgo è originaria la famiglia Chini che produsse le più belle ceramiche liberty d'Italia e i cui eredi ancora oggi guidano una importante e raffinata attività manifatturiera. In località Grezzano è stato allestito il Museo della Civiltà Contadina.

Reggello


Nel territorio di Reggello sono molte le testimonianze storiche e artistiche degne di visita, a partire da Piazza Potente sulla quale si aprono i loggiati del Seicento e l'elegante costruzione che oggi ospita il Palazzo Comunale. Tante e belle anche le ville disseminate nei dintorni del paese, come Villa I Bonsi, originario insediamento del Quattrocento trasformato in villa - castello nel corso dell'Ottocento, la Villa Medicea I Mandri, con la facciata restaurata nel Seicento e la Villa Guicciardini a Pitiana, a due passi dall'omonima pieve ed oggi convertita in fattoria. Da vedere anche la massiccia Torre del Castellano e il Castello di Sammezzano, che ricevette l'aspetto attuale nell'Ottocento e decorato all'interno con finiture di stile moresco. Per quanto riguarda l'architettura religiosa è d'obbligo una sosta all'Abbazia di Vallombrosa, alla Chiesa di Sant'Agata in Arfoli voluta da Matilde di Canossa, e alle pievi di San Pietro a Cascia e di Pitiana. Nella Pieve di San Piero a Cascia è stato recentemente allestito il Museo Masaccio di Arte Sacra dove hanno trovato un luogo idoneo alla conservazione e all'esposizione dipinti, arredi, paramenti, sculture e oreficerie appartenenti non solo alla Pieve ma anche alle altre bellissime e storiche chiese di Reggello. Due ambienti del museo sono destinati ad una mostra permanente sul Trittico di San Giovenale, la prima opera di Masaccio di inestimabile valore storico e artistico, riscoperta solo nel 1961. Meritano una sosta anche la chiesa di Cancelli, costruita nel XII secolo e custode di alcuni splendidi affreschi e la chiesa di San Clemente e Soriana, dove si conservano due capolavori della scultura quattrocentesca, due angeli reggicandelabro di Mino da Fiesole e un bassorilievo di Antonio Rossellino. 

Rufina


Nel centro storico di Rufina merita assolutamente una sosta la splendida Villa di Poggio Reale, costruita sul finire del Cinquecento con impianto michelangiolesco e restaurata nel XVIII secolo, quando vennero realizzate anche le cantine. Oggi ospita il Museo della Vite e del Vino e l'Enoteca del Chianti Rufina e Pomino. Nei dintorni di Rufina è da vedere il Castello di Pomino, una villa del Cinquecento impreziosita da un loggiato attribuito a Bartolomeo Ammannati. Oggi il castello è stato trasformato parte in villa lussuosa e parte in cantina per la produzione del Pomino Doc ed è di proprietà della famiglia Frescobaldi. Bella anche la Pieve di San Bartolomeo a Pomino, costruita nel XII secolo in stile romanico e fiancheggiata da una campanile del primo Duecento. Sempre nel territorio comunale di Rufina meritano una sosta la Villa i Busini, di origine quattrocentesca e con un bellissimo giardino all'italiana, e l'Oratorio di Ruggiano che, secondo la leggenda, fu costruito sul luogo del ritrovamento di una icona della Madonna. Fra le manifestazioni più originali della Rufina, si segnala il Bacco Artigiano, iniziativa in calendario dall'ultimo giovedì del mese di settembre alla domenica per valorizzare i prodotti tipici, con particolare riferimento alla produzione e commercializzazione del vino e dell'artigianato. In seno al Bacco Artigiano si svolge, l'ultimo sabato di settembre, la Benedizione del Vino: il corteo storico assieme all'Arte dei Vinattieri sfila per le vie di Firenze, con il Carro Matto, (carro tipico costituito da oltre duemila fiaschi di Chianti Rufina, trainato da buoi), da Piazza Santa Croce a Piazza Signoria, per offrire il vino "benedetto" alla Signoria di Firenze in nome di un'antica tradizione.

Pontassieve


E' il centro più importante della Valdisieve, dove si concentra la gran parte dei servizi e delle attività amministrative del comprensorio. Restano inoltre numerose testimonianze del passato di Pontassieve, in particolare nel centro storico dove si conservano i resti di una cinta fortificata costruita dalla repubblica Fiorentina nel Trecento, alcuni palazzi signorili, il borgo antico e un monumentale ponte costruito dai Medici sulla Sieve nel Cinquecento. Nei dintorni di Pontassieve si visitano il Castello del Trebbio, eretto nel Duecento dai Pazzi ed ingrandito nel secolo successivo, custode di un prezioso affresco di Andrea del Castagno, e il Castello di Torre a Decima, trasformato nel Trecento dai Pazzi in residenza signorile. Tra le Pievi è sicuramente da vedere quella di San Martino a Lobaco, splendido esempio di romanico costruito sul finire del X secolo e quella si San Giovanni Battista a Remole, costruita nel XII secolo e riportata all'originario aspetto romanico con i restauri del 1950. Da vedere, sulle pendici del Monte Giovi, il Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso, costruito in corrispondenza del masso dove la Madonna sarebbe apparsa a tre pastorelle. Merita una visita anche il piccolo paese di Santa Brigida, immerso in un bosco fitto e verdissimo, dove è obbligatoria una sosta alla parrocchiale romanica da dove partono numerosi sentieri trekking. In posizione panoramica si trovano anche i resti della torre del castello di Montebonello, mentre a Montefiesole si conserva una pieve millenaria ai piedi della collina su cui sorgono i resti di un fortilizio medievale. Merita infine una visita la Villa Martelli a Gricigliano, antica fortificazione del Quattrocento oggi trasformata in villa e sede di un'associazione religiosa. A Pontassieve esistono numerose possibilità per gli amanti del trekking, poiché sono stati tracciati molti sentieri che vengono mantenuti dalla Comunità Montana e dai gruppi di escursionisti locali. Ottime occasioni anche per i ciclisti che possono percorrere le panoramiche strade di collina sopra Pontassieve oppure avventurarsi nei boschi con la mountain bike e poi percorrere le tante strade rurali che collegano i paesi.
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