Campagna Toscana Dintorni Firenze
Dintorni Firenze
Presentazione
Le colline "nobili" di Firenze già nel Trecento erano punteggiate da pievi, castelli, torri e cortili, tanto da dare l'illusione ai visitatori che la città fosse grande il doppio delle sue dimensioni reali.
Oggi i dolci colli verdi che circondano la città offrono al turista la possibilità di soggiornare a due passi da Firenze senza doversi sorbire il caos cittadino, conservano scorci paesaggistici ed architettonici di rara bellezza e regalano quiete e serenità. Una visita di Firenze che escluda una sosta sulle colline immediatamente circostanti, priva il viaggiatore di atmosfere suggestive e rilassanti che invece vale la pena di provare. Gli abitanti delle colline fiorentine vivono tra parchi e giardini, orti e ville, coloniche restaurate, tabernacoli e pievi, boschi e campi coltivati.
Una ristretta cerchia di privilegiati, di grande sensibilità estetica e con il portafogli ben gonfio, dai ricchi industriali ad artisti di fama internazionale, dai campioni sportivi agli stilisti, che può permettersi di vivere in un museo all'aria aperta, dove i dettagli deliziosi del paesaggio e delle architetture meritano di essere osservati passeggiando con calma. Il rapporto equilibrato fra uomo e natura, che sulle colline fiorentine dura dal Medioevo senza interruzioni, il profondo senso di rispetto nutrito dai fortunati abitanti per le bellezze paesaggistiche e storiche che li circondano, regalano al visitatore l'opportunità straordinaria di scoprire uno dei paesaggi più belli della Toscana.
Oltre alla storia, le colline fiorentine condividono con la vicina città anche i piaceri dal mangiar bene. Percorrendo le stradine che si arrampicano sulle colline nei dintorni di Firenze si trovano ristoranti, osterie e trattorie dove gustare le autentiche specialità della cucina fiorentina. Una cucina semplice, piatti preparati con ingredienti spesso poveri come il pane, l'olio e le verdure, ma anche impreziosita da specialità che già si preparavano nel Rinascimento quando i cuochi della corte dei Medici fecero scuola ai colleghi di tutto il mondo. La lepre in dolceforte, il "papero all'arancio", le crespelle alla fiorentina, il gelato artigianale sono solo alcune delle prelibatezze che i cuochi fiorentini portarono in Francia quando Maria de' Medici nel 1600 andò in sposa al re d'Oltralpe e che qualche ristorante propone ancora oggi ai suoi commensali. Chi non intende sperimentare tali spericolatezze del gusto, può optare per piatti divenuti ormai classici, come la bistecca alla fiorentina, la ribollita, la pappa col pomodoro, i crostini neri di fegato, i fagioli all'uccelletto con salsicce. Il tutto naturalmente da accompagnare ai vini di produzione locale, come il Chianti dei Colli Fiorentini, e da condire esclusivamente con l'olio extravergine d'oliva delle colline di Firenze, assolutamente eccellente.
L'intenso sviluppo urbano degli ultimi decenni ha fatto sì che le pianure attorno a Firenze diventassero terreno di espansione per gli insediamenti residenziali e produttivi. La pianura fiorentina oggi accoglie industrie attive nei settori della pelletteria, della produzione di elettrodomestici e della chimica.
Molto vivace è anche l'attività artigianale che in stabilimenti moderni e con tecniche all'avanguardia permette il perdurare di una tradizione manifatturiera di antichissima origine. Nelle zone industriali attorno a Firenze sono molto vivaci la confezione di articoli di abbigliamento, la produzione di laterizi, colori, mobili e conserve alimentari. Accanto alle industrie si sono sviluppati moltissimo anche i servizi: buona parte del terziario si concentra proprio nella pianura fiorentina a supporto delle dinamiche attività industriali e artigianali. Negli ultimi anni ha preso molto campo anche il commercio, soprattutto grazie alla nascita nella Piana di Firenze di alcuni grandi centri commerciali di tipo europeo. Tuttavia, alcune città della pianura fiorentina conservano pregevoli testimonianze monumentali della storia passata: chiese, pievi, palazzi signorili e ville convivono con moderni stabilimenti industriali e grandi centri commerciali.
Un giro nei Dintorni di Firenze
Fiesole
Assolutamente incantevole, Fiesole è il paese nobile per eccellenza nei dintorni di Firenze. Di antichissime origini, ha condiviso tutta la sua storia con la vicina Città del Fiore, fin dal tempo della fondazione nel 59 a.C.
Anche Fiesole decadde a causa delle invasioni barbariche e nel 1125 venne riconquistata da Firenze. Luogo di soggiorno prediletto dai Medici, fra il Settecento e l'Ottocento si arricchì di ville, giardini e palazzi signorili. Importante centro etrusco colonizzato dai Romani nell'80 A. C., Fiesole conserva uno straordinario patrimonio archeologico e monumentale che documenta le sue origini. Nell'area archeologica si conservano lunghi tratti delle mura di difesa dell'abitato, riferibili al III secolo a. C., e lo splendido Teatro Romano, completato prima della metà del I secolo d.C. in piena età imperiale. Il teatro, dove ancora oggi si svolgono le rappresentazioni operistiche raccolte nel prestigioso cartellone dell'Estate Fiesolana, ha una capienza di oltre 3000 posti e nelle sue vicinanze si conservano anche le terme, il calidarium e l'area sacra, con i resti di un tempio romano.
Il Museo Archeologico di Fiesole raccoglie numerosi reperti databili fin dal XV secolo prima di Cristo, in piena età del bronzo, materiali etruschi e romani provenienti dalle campagne circostanti, come urne, calici, bronzetti ed elementi architettonici rinvenuti nell'area archeologica. Nella piazza principale del moderno abitato si trovano il Palazzo Pretorio, costruito nel Trecento e rimaneggiato nei secoli successivi e l'antica chiesa di Santa Maria a Primerana. Sul lato opposto della piazza è la cattedrale che fu sede vescovile quando ancora non era attiva la diocesi di Firenze: la facciata mostra il volto dovuto al radicale restauro ottocentesco, ma nell'interno della cattedrale si conservano l'originario stile altomedievale e numerose opere d'arte di soggetto religioso.
Di fronte alla cattedrale si trova il Palazzo Vescovile, anch'esso costruito nel Duecento e restaurato nel XVII secolo, quando fu edificato il Seminario adiacente. Nel centro del paese merita una visita il Museo Bandini che raccoglie la collezione dell'amatore Angelo Maria Bandini, costituita da oggetti d'arte minore, sculture e dipinti di scuola toscana. Il Museo Fondazione Primo Conti, allestito nella splendida villa dell'artista, conserva invece una corposa collezione di opere del pittore fiorentino che visse da protagonista la stagione del futurismo ed un vasto archivio di documenti sulle avanguardie pittoriche del primo Novecento, come manifesti e riviste. Un'altra splendida villa, quella del Roseto, fu l'abitazione di Giovanni Michelucci, uno dei maggiori architetti ed urbanisti italiani famoso per aver progettato la Stazione di Santa Maria Novella a Firenze e la chiesa lungo l'Autostrada del Sole. La villa, da dove si gode un panorama superbo che spazia dalle colline della valle dell'Arno alla Cupola del Brunelleschi, fu realizzata ai primi del Novecento ed è circondata da uno splendido giardino a terrazze, dove crescono olivi, viti ed essenze tipiche della campagna fiorentina, come il cipresso, il rosmarino e gli alberi da frutto. All'interno della villa si conservano bozzetti, modelli, fotografie e disegni realizzati da Michelucci durante tutta la vita.
La Villa I Tatti ospitò un altro personaggio illustre, Bernard Berenson, storico dell'arte e studioso del rinascimento italiano. La residenza del Cinquecento fu lasciata dal proprietario all'Università di Harvard come centro studi sul Rinascimento Italiano. La volontà di Berenson è stata rispettata ed oggi sia la villa che la ricchissima biblioteca sono aperti a studiosi di storia, letteratura, arte e musica che vogliono specializzarsi sul nostro Rinascimento. Splendido anche il giardino circostante la villa, progettato dall'architetto Cecil Pinsent. Sulla sommità del poggio che ospitava l'acropoli etrusca, si trova la Chiesa di San Francesco nata nel Trecento come oratorio e profondamente modificata in seguito. Da qui si domina un panorama superbo sulla città di Firenze che si stende ai piedi della collina di Fiesole.
Nei dintorni del paese, meritano una sosta la frazione di San Domenico, dove si trova il Convento del Quattrocento in cui secondo la tradizione sarebbe stato monaco il Beato Angelico e che custodisce un preziosissimo patrimonio di opere d'arte, molte delle quali proprio dell'Angelico. Poco distante da San Domenico è sicuramente da visitare la Badia Fiesolana, cattedrale di Fiesole fino al 1208 e profondamente ristrutturata nel Quattrocento per volontà di Cosimo de' Medici. All'interno si conservano numerosi capolavori di arte sacra, mentre a fianco si apre lo splendido chiostro rinascimentale dell'ex convento della Badia, oggi sede dell'Istituto Universitario europeo.
Bagno a Ripoli
Sulla sponda opposta dell'Arno rispetto a Fiesole, Bagno a Ripoli nacque probabilmente come villaggio etrusco per trasformarsi già nel III secolo a.C. in un centro commerciale molto vivace. Nel XII secolo fu sede della Lega di Ripoli, una delle 72 federazioni di comunità nelle quali era diviso il contado fiorentino. Vi si conserva la più antica pieve romanica del territorio circostante Firenze, la Pieve di San Pietro, la cui esistenza risulta documentata fin dall'VIII secolo. La facciata della pieve fu riportata al primitivo stile romanico dai restauri eseguiti nel 1932. All'interno sono conservare numerose opere d'arte, fra le quali alcuni affreschi del Trecento attribuiti a Piero Nelli, autore anche del Crocifisso processionale che si trova nella Cappella della Misericordia, ed alcune tele del Seicento.
Nel territorio di Bagno a Ripoli si trova anche la Pieve di San Donino a Villamagna che domina sulla Valle dell'Arno. Fondata nell'VIII secolo e ricostruita in età romanica, mostra una semplice facciata a capanna fiancheggiata da un imponente campanile. L'interno conserva moltissime opere d'arte realizzate nel periodo compreso fra il XIV e il XVI secolo. L'Oratorio di Santa Caterina è un autentico gioiello del gotico italiano e fu costruito come cappella privata dai conti Alberti fra il 1348 e il 1387. La facciata esterna è semplice e deliziosa, in stile romanico, mentre all'interno si conservano affreschi di rara bellezza eseguiti fra il Duecento e il Trecento.
All'Antella, piccola frazione di Bagno a Ripoli, si trova invece la Pieve di Santa Maria, il cui primo impianto risale a prima dell'ano Mille. Più volte rimaneggiata, è stata riportata al primitivo stile romanico grazie ad un intervento di restauro conservativo eseguito nel 1928. La sagrestia e il campanile mostrano i segni dello stile romanico, mentre all'interno si conservano numerose opere d'arte risalenti ad un arco di tempo compreso fra il Quattrocento e il Seicento. Numerosi sono i castelli disseminati sul territorio di Bagno a Ripoli, come Belforte, Monte Acuto e Quarante. Moltissime le ville, come quelle medicee di Lappeggi e Mondeggi. Lungo l'Arno l'edificio delle Gualchiere di Remole, sormontato da torri poderose, anticamente serviva per la lavorazione dei tessuti diretti a Firenze.
La bellezza del territorio di Bagno a Ripoli, felice sintesi tra grazia del paesaggio ed eleganza delle antiche costruzioni, ha dato vita ad un progetto per la realizzazione di un Museo all'aperto, fatto non di quadri chiusi in un edificio, ma di stradine, ponti, chiese, ville e mulini inseriti in una rete di percorsi studiati su misura per il visitatore.
Gli scavi effettuati a più riprese sul territorio comunale hanno restituito numerosi reperti databili fin dal Neolitico, oggi raccolti all'interno dell'Antquarium di Bagno a Ripoli. I turisti che volessero assaporare fino in fondo la suggestione dei palazzi storici di Bagno a Ripoli possono optare per il soggiorno all'interno dello Spedale del Bigallo che, dopo il recente restauro, è tornato a svolgere la sua originaria funzione di centro di accoglienza e cultura. Si soggiorna nelle antiche stanze, si mangia nello splendido refettorio con soffitto a cassettoni e ci si rilassa nello stupendo salone con camino in pietra sorretto dal colonne.
Impruneta
Sulla sommità di una dorsale da dove si godono superbi panorami sulla città di Firenze, Impruneta è una ridente località di campagna famosa nel mondo per la produzione del cotto, che già servì per costruire la cupola del Brunelleschi a Santa Maria del Fiore.
Immersa in un paesaggio segnato da colline dolci, coltivate per la prevalenza ad oliveti e vigneti, Impruneta conserva moltissime testimonianze del suo passato ricco di arte e storia, segni della presenza umana armoniosamente integrati con la maestria della natura. Già insediamento etrusco, Impruneta fu feudo dei Buondelmonti nel Medioevo, fino al 1135, quando dovette piegarsi al domino fiorentino.
Nel Duecento cominciò a diffondersi la fama della sacra immagine della Vergine, ancora oggi custodita all'interno della Basilica di Santa Maria all'Impruneta, una icona dal volto nero portatrice di salute e fertilità, che la tradizione vuole dipinta dall'evangelista Luca. La sacra icona veniva portata in pellegrinaggio da Impruneta a Firenze in occasione di carestie, guerre, periodi di siccità o epidemie funeste. La Pieve di Impruneta accrebbe il suo potere fino ad assumere la guida di un plebato che comprendeva ben 21 chiese e attorno ad essa si svilupparono con crescente vigore anche il villaggio principale e le frazioni. Impruneta seguì i destini della Toscana granducale fino all'unità d'Italia e purtroppo sia l'abitato che la Basilica subirono danni ingentissimi nel bombardamento del 27 luglio del 1944.
Naturalmente la visita di Impruneta parte dalla splendida Basilica di Santa Maria, il cui porticato si affaccia sulla piazza principale del paese, intitolata ai Buondelmonti. Sorta sul sito di un santuario etrusco - romano, la Basilica nacque come piccola pieve romanica, consacrata nel 1060. Ingrandita nel corso del Trecento in proporzione alla fama crescente che si andava guadagnando la miracolosa immagine della Vergine, la chiesa fu completamente ristrutturata alla metà del Quattrocento e rimaneggiata ulteriormente nei secoli successivi.
L'interno, dopo i gravissimi danni subiti durante l'ultimo conflitto mondiale, è stato restaurato secondo i dettami dello stile rinascimentale: all'interno si conservano due splendide edicole attribuite a Michelozzo e decorate con terrecotte invetriate di Luca della Robbia. L'edicola di sinistra custodisce gelosamente l'immagine della Madonna dell'Impruneta, che ancora oggi in occasioni particolari viene traslata nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, con processione solenne. Dall'interno della chiesa si accede al bellissimo chiostro di stile michelozziano e alla cripta. A fianco della Basilica si trovano i Loggiati del Pellegrino, costruiti per dare ricovero ai fedeli che raggiungevano la Basilica per venerare l'icona della Vergine, e il Museo di Arte Sacra dove si raccolgono pezzi d'argenteria, gioielli, codici miniati ed oggetti legati alla storia del santuario. Di particolare interesse è il bassorilievo in marmo che raffigura il Ritrovamento dell'Immagine della Madonna, di incerta attribuzione tra Michelozzo e Luca della Robbia.
Meritevole di una visita è la sommità del Monte delle Sante Marie, da dove si gode un superbo panorama e che si può raggiungere percorrendo una strada nata per scopi processionali e fiancheggiata da ben 15 piccoli tabernacoli. I dintorni di Impruneta meritano di essere esplorati con calma, alla scoperta di ville, pievi e borghi storici immersi in un paesaggio di rara bellezza. Mezzomonte, Pozzolatico, San Gersolè, Bagnolo, Quintole e Le Rose conservano edifici signorili del Quattrocento, pievi romaniche e tabernacoli immersi nel verde delle colline coltivate ad olivi e viti. A Montebuoni si conserva intatto l'antico borgo medievale costruito dai Buondelmonti, oggi suddiviso in numerose unità abitative vendute a privati. Nei dintorni si conservano la Chiesa della Vallombrosina, delizioso edificio del Trecento sulla sommità della collina omonima, e i resto dell'antico Spedale di San Giuliano, retto dai monaci di Vallombrosa. Il prodotto tipico per eccellenza di Impruneta è il cotto, con il quale si producono mattoni e pavimenti di pregio, ma anche vasi, conche, orci per l'olio, statue e complementi d'arredo che vengono esportati in tutto il mondo. Antichissima è la tradizione imprunetina di lavorare la terra e cuocerla per ricavarne oggetti d'uso quotidiano, documentata fin dal 1098. Ancora oggi sono assai vivaci sia la produzione industriale che quella di oggetti d'arte e rifiniture di lusso per ville e giardini, e la tradizione del fatto a mano si tramanda nelle fornaci da una generazione all'altra. Eccellenti anche i prodotti agricoli di Impruneta, che beneficia di terreni fertili e clima particolarmente favorevole. Tra i vini segnaliamo il Chianti dei Colli Fiorentini e il Prunellino, un vino giovane creato recentemente dai viticoltori locali. Di eccellente qualità è anche l'olio extravergine d'oliva, fra i migliori d'Italia.
Fra le manifestazioni popolari, meriterebbe di essere vista la Festa dell'Uva, in programma ogni anno l'ultima domenica di settembre: i quattro rioni del paese si contendono la vittoria realizzando imponenti carri allegorici dedicati all'uva e al vino. Di antichissime origini è la fiera di San Luca, in programma nella settimana in cui cade il 18 ottobre, data dei festeggiamenti per il patrono del paese. La festa ha una lunga storia legata alla transumanza ed ancora oggi infatti vi trova spazio la mostra mercato del bestiame. Completano il quadro dei festeggiamenti cene, vendita di prodotti locali, il Palio dei Cavalli e quello dei Ciuchi, disputato fra i quattro rioni del paese.
La Certosa del Galluzzo
Fra Impruneta e Firenze merita assolutamente una visita lo splendido complesso della Certosa del Galluzzo, detta anche Certosa di Firenze, costruita nel Trecento sulla sommità del Monte Acuto. Fondata nel 1342 da Niccolò Acciaiuoli, fu in seguito ampliata e riempita di capolavori d'arte sacra. Il blocco centrale, completato nel Cinquecento, ospita una Pinacoteca dove si conservano, tra le altre opere, cinque lunette con scene della Passione dipinte dal Pontormo. La Chiesa di San Lorenzo, fondata nel Trecento, si affaccia su un piazzale maestoso, mentre esercitano una suggestione straordinaria le cripte di Tobia e di Santa Maria, dove si conservano numerosi monumenti funebri. All'interno del Convento si conservano opere di Benedetto da Maiano e di Gerolamo della Robbia, mentre nel rinascimentale chiostro grande si trovano 66 busti in terracotta invetriata della bottega di Giovanni della Robbia. Dal bellissimo chiostro si accede alle celle dei monaci, composte ognuna da una piccola anticamera,una stanzetta che serviva da mensa, una camera, una stanza al piano superiore, un piccolo orto e un magazzino. Attualmente nella Certosa di Firenze vivono i Benedettini Cistercensi, subentrati nel 1958 ai Certosini.
Calenzano
Il comune di Calenzano ospita oggi numerose industrie, centri commerciali e imprese attive nel settore dei servizi. L'abitato moderno si trova in mezzo alle colline di San Donato e Castello, dove restano ancora alcune testimonianze di antichi insediamenti.
L'origine romana di Calenzano è stata documentata da un ritrovamento archeologico casuale avvenuto recentemente nel corso di alcuni scavi edilizi: sono infatti venuti alla luce i resti di un acquedotto romano, risalente al I - II secolo d.C. che in origine doveva attraversare Calenzano, Sesto Fiorentino, Quinto e Quarto per garantire l'approvvigionamento idrico alla città di Firenze. Oltre che da alcuni campi privati, le strutture dell'acquedotto si possono vedere dai sotterranei della Villa reale di Castello. A Calenzano sono rimasti anche alcuni resti del Castello, antico borgo fortificato oggi inglobato fra abitazioni costruite nei secoli successivi. Si conservano molti resti delle mura e due porte turrite risalenti al Quattrocento. Calenzano ospita anche uno tra i Musei più originali d'Italia, quello dedicato al Soldatino e alla Figurina Storica: inaugurato nel 1981 raccoglie sia pezzi unici che produzioni seriali per ricostruire i momenti salienti della storia locale, come l'assedio al Castello di Calenzano compiuto da Castruccio Castracani nel 1320.
Nel centro della cittadina merita una visita l'Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento, delizioso esempio di architettura barocca costruito nel 1584. L'altare è impreziosito da una tavola raffigurante l'Incoronazione di Spine, dipinta dal Passignano al quale è attribuito anche l'affresco della volta della cappella. Le colline che circondano Calenzano sono punteggiate da splendide ville, costruite per la maggior parte in periodo rinascimentale per volere delle più potenti famiglie fiorentine. La Villa di Volmiano si trova poco prima del pittoresco borgo di Legri, in posizione dominante e panoramica. L'antica casa di Volmiano, proprietà dei nobili Cerretani, fu restaurata nel 1490, inglobando, l'antica torre medievale. Nel XVII secolo la villa fu ingrandita e trasformata in fattoria.
Accanto alla Villa di Volmiano si trova l'Oratorio di San Giovanni Decollato, bell'esempio di architettura del tardo Seicento. Nei dintorni del Castello, sicuramente meritevole di una sosta, si trovano invece le pievi di San Donato e di San Niccolò. La pieve di San Donato, citata fin dall'anno Mille, ha subito rifacimenti alla fine del Cinquecento e ulteriori modifiche nella prima metà del Settecento. L'impianto è a tre navate, con altari laterali del 1740 circa. La facciata è settecentesca, mentre il campanile conserva l'originario impianto romanico. La chiesa è divenuta celebre in tutta Europa grazie all'opera di Don Milani, che qui fu parroco dal 1947 al 1954, e fondò una scuola popolare, nella convinzione che l'istruzione fosse un diritto fondamentale di tutti i cittadini, compresi quelli provenienti da famiglie poco abbienti.
La pieve di San Niccolò conserva all'esterno alcuni resti della primitiva costruzione romanica. Originariamente chiesa del Castello, fu distrutta con esso nel 1320 dal Castracani e poi ricostruita nel 1387. La splendida Villa di Collina sorge su un terrapieno sorretto da bastioni e fu costruita nella prima metà del Cinquecento dalla famiglia dei Salviati. Un cavalcavia collega il prato della villa all'Oratorio della Visitazione, impreziosito da una volta a botte interamente affrescata. La Villa di San Donato, posta sulla cima di un colle, mostra i segni di varie e poche e stili architettonici. Fondata attorno al XV secolo in stile rinascimentale, offre alla vista un elegante loggiato che si apre sullo splendido parco circostante. La Villa di Travalle, dal caratteristico impianto ad "U", fu costruita nel Seicento dalla famiglia fiorentina degli Strozzi che ne fecero un'azienda agricola di primaria importanza, attiva nell'organizzazione del lavoro delle varie fattorie che la circondano.
Campi Bisenzio
Campi Bisenzio si trova nella pianura che da Firenze digrada in direzione di Pistoia, al centro di un'area fortemente urbanizzata e molto dinamica dal punto di vista produttivo, commerciale e dei servizi.
Non sono molte le testimonianze del passato rimaste a Campi: meritano una visita il Palazzo Pretorio, la Pieve di Santo Stefano e la Rocca degli Strozzi, residenza costruita dalla potente famiglia fiorentina nel XV secolo e trasformata in fattoria nel Seicento. Percorrendo l'autostrada A 1 , in prossimità dell'uscita per Campi Bisenzio, si trova la Chiesa di San Giovanni Battista, meglio nota col nome di Chiesa dell'Autostrada, splendido esempio di architettura contemporanea realizzato da Giovanni Michelucci.
Poggio a Caiano
Poggio a Caiano è un moderno insediamento urbano che merita sicuramente una sosta per la presenza della splendida Villa Medicea che domina l'abitato.
La Villa era in origine un fortilizio medievale che Lorenzo il Magnifico acquistò per farne una signorile residenza di campagna alla quale, nell'Ottocento, venne aggiunta la scenografica scalinata di accesso. Il Salone della Villa è sormontato da una splendida volta a botte decorata con cassettoni dorati, mentre le pareti offrono un ciclo di affreschi dedicato alla famiglia Medici. Poco distante da Poggio a Caiano si trova la Villa Medicea di Artimino, nota come la Villa dai Cento Camini. Progettata dal Buontalenti per il Granduca Ferdinando I de' Medici, la villa ospita nei sotterranei il Museo Archeologico Comunale dove si raccolgono i reperti etruschi rinvenuti nei dintorni di Poggio a Caiano. Poco distante dalla Villa, merita una sosta anche la Pieve romanica di San Leonardo, fondata nell'XI secolo.
Scandicci
Negli ultimi decenni lo sviluppo urbanistico e produttivo ha fatto di Scandicci un grosso centro residenziale e industriale, ben servito e ricco di attività commerciali, tanto che il paese ha ormai assunto le dimensioni e il carattere di una vivace cittadina del tutto indipendente dalla vicina Firenze.
In passato è stata la Badia di San Salvatore a Settimo a svolgere un ruolo determinante nella gestione del territorio e della vita pubblica: furono infatti proprio i monaci della Badia a bonificare la piana alluvionale dell'Arno e a permettere lo sviluppo della zona. Gli splendidi ambienti monumentali della Badia, la cui esistenza è documentata fin dal 988, sono stati restaurati dopo i gravi danni causati dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale e restituiti all'originario splendore.
Ricordata all'inizio dell'XI secolo come patronato dei Cadolingi, la Badia passò nel 1004 ai Benedettini cluniacensi. Nel 1060 Giovanni Gualberto, fondatore dell'ordine vallombrosano, vi introdusse la regola dei monaci di Vallombrosa. Successivamente e fino al 1732 la Badia fu retta dai cistercensi di San Galgano. Fa parte del complesso della Badia anche la Chiesa dei Santi Salvatore e Lorenzo, di origini romaniche e rinnovata dai Cistercensi nel corso del XIII secolo. Sulle colline che circondano Scandicci, meritano una sosta almeno la Chiesa di San Martino alla Palma e la Pieve di Sant'Alessandro a Giogoli. La chiesa di San Martino alla Palma risale a prima dell'anno Mille e dal suo portico si gode un panorama superbo. La Pieve di sant'Alessandro a Giogoli, benchè sia stata trasformata nel corso del Settecento, conserva in parte l'originario stile romanico. Durante l'ultima guerra la chiesa subì gravi danni ma i successivi restauri hanno portato alla definitiva sistemazione dell'abside e della facciata. Nei dintorni di Scandicci si trovano molte delle Ville costruite dalle nobili famiglie fiorentine nel Rinascimento: la Villa Arcipresso, che attualmente ha l'aspetto di una residenza borghese ottocentesca, è famosa perché fu il rifugio dove David Herbert Lawrence, gravemente ammalato di tubercolosi, scrisse nel 1929 L'amante di Lady Chatterly; la Villa dei Collazzi è invece il rifacimento Cinquecentesco di un antico castello dei Buondelmonti, mentre il Castello dell'Acciaiolo ha l'aspetto di una casa padronale medievale e conserva gran parte dell'antico muro di cinta e due torri trecentesche quasi intatte .
Sesto Fiorentino
Sesto Fiorentino è oggi un importante centro produttivo che in origine nacque come municipio romano.
A rendere famosa la località è soprattutto la manifattura di finissime porcellane Ginori di Doccia, frazione di Sesto. Per documentare l'attività della storica manifattura, sorta nel 1737, è stato allestito il Museo delle Porcellane di Doccia. A Sesto si trovano anche due importanti tombe etrusche, quella della Montagnola, nel parco di Villa Manfredi, e quella di Villa La Mula. Per godere di splendidi panorami sulla città di Firenze, si può percorrere la cosiddetta Strada dei Colli Alti che parte dal delizioso paese di Colonnata e costeggia il Monte Morello.
Signa
Signa è oggi un grosso centro industriale composto da una parte bassa, sede di industrie e moderne abitazioni, e da un nucleo alto, il Castello, fondato prima del Mille ed ancora cinto dai resti delle mura trecentesche, con torri e una porta di accesso.
La fortuna di Signa medioevale fu dovuta alla sua vicinanza all'Arno: l'antico borgo disponeva di uno strategico porto fluviale per il trasporto delle merci da e per il Porto di Pisa e di un ponte in legno che univa le sponde del fiume. Nella prima metà del Trecento il borgo fu distrutto dal Castracani, in lotta contro Firenze, ma subito dopo ricostruito dai Fiorentini e dotato di belle mura e torri. Successivamente furono i Medici a disseminare il territorio di Signa di ville signorili, molte delle quali ancora oggi visitabili. Signa è stata a lungo la capitale della lavorazione della paglia, attività documentata fin dal Quattrocento ed alla quale oggi è dedicato un Museo, unico in Italia, che documenta la storia di un patrimonio culturale straordinario. Vi si raccolgono le macchine anticamente usate per l'intreccio e i modelli dei celeberrimi cappelli di paglia, intrecciati a Signa ed esportati in tutto il mondo. Tra le chiese di Signa, si segnalano quella di San Mauro, risalente al XIII secolo e custode di un prezioso ciborio, quella di San Miniato, fondata prima del 1200 e impreziosita da numerose opere d'arte rinascimentali, e quella di Santa Maria in Castello, ricostruita nel 1325, dopo il passaggio di Castruccio Castracani, sul luogo di una pieve anteriore al Mille. Da vedere anche le pievi di San Giovanni Battista, in stile romanico e con facciata quattrocentesca, e la pieve di San Lorenzo, nota fin dall'866 e custode di preziose tombe di epoca longobarda.