Campagna Toscana Colli Senesi
Colli Senesi
Presentazione
Gli immediati dintorni di Siena riservano molte piacevoli sorprese ai visitatori, sia perché il dolce paesaggio campestre è sicuramente fra i più belli della Penisola, sia in ragione delle splendide architetture sparse sulle colline da un imperscrutabile scenografo.
I gruppuscoli di case rurali, pievi e borghi che restano a segnare il territorio senese evocano la potenza di complessi sistemi difensivi e di controllo del territorio, come i feudi e la rete delle pievi. Il paesaggio dei colli senesi trasuda storia da ogni angolo, regala momenti intensi di suggestione grazie alle testimonianze ben conservate dei secoli passati, inserite in una campagna bellissima, curata con perizia e amore dagli abitanti che non hanno mai interrotto il filo che lega l'uomo alla sua terra, l'agricoltura. I Colli Senesi hanno complessivamente l'aspetto di un grande giardino, dove ogni cosa sta al suo posto, dove le architetture sobrie sono inserite armoniosamente e con gusto pittorico nello scenario naturale. Non è una natura selvaggia quella dei colli che circondano Siena, anzi è un territorio che l'uomo ha cominciato a modificare per le proprie esigenze fin dal tempo degli Etruschi, ma esercitando un senso estetico profondamente radicato che ha garantito la valorizzazione e la tutela delle bellezze naturali. Oggi anche la scienza è riuscita a rinchiudere nei suoi rigidi parametri l'evanescente rapporto che lega l'uomo di oggi ai suoi avi e alle vicende storiche: una ricerca condotta sugli abitanti di Murlo ha infatti provato che nel loro sangue si rintraccia ancora il DNA del popolo etrusco. Ma sui Colli Senesi la gente si è inventata anche opportunità meno asettiche per mantenere vivo il legame con il suo passato e, specialmente nel periodo estivo, i paesi si animano grazie a cortei storici, rievocazioni e rappresentazioni teatrali, sagre gastronomiche ispirate prevalentemente al Medioevo. Gli amanti delle leggende troveranno forse più stimoli degli storici da accademia, come unico esempio valga quello dell'Abbazia di San Galgano dove si conserva la spada che Galgano Guidotti conficcò nella roccia.
E se l'agricoltura è riuscita a non morire sui colli di Siena è merito sia degli abitanti, che mai hanno smesso di coltivarla, sia della generosità della natura, prodiga di terreni fertili e condizioni climatiche particolarmente favorevoli. I prodotti agricoli del senese sono sopravvissuti all'omogeneizzazione alimentare degli ultimi anni in ragione delle loro caratteristiche di eccellenza, spesso certificate dai disciplinari delle Denominazioni di Origine Controllata e Garantita. Portano il marchio Docg il Chianti dei Colli Senesi e il Vinsanto Chianti dei Colli Senesi. La straordinaria produzione enologica d'eccellenza che caratterizza il territorio senese ha alimentato negli anni la crescita di un fenomeno turistico davvero singolare: si può dire infatti che l'enoturismo sia nato proprio nelle terre di Siena, secondo una formula che spinge i visitatori, specialmente stranieri, a selezionare la località di vacanza in base alla qualità delle produzioni tipiche, con riferimento particolare ai vini di pregio. A Siena è nata da qualche anno l'Associazione Nazionale Città del Vino che mira a tutelare e valorizzare sia le produzioni tipiche che i territori d'origine, incentivando il turismo del vino. Andare a spasso per i Colli Senesi in cerca di fattorie e cantine è il metodo migliore per attraversare con calma le colline coltivate a vigneti ed oliveti, per scoprire i gioielli dell'architettura antica e per degustare vini eccellenti. Per favorire questo uso piacevole e responsabile del territorio, l'Associazione Città del Vino promuove ogni anno, nel mese di maggio, la manifestazione Cantine Aperte.
Sui Colli Senesi si produce anche un eccellente olio extravergine d'oliva, identificato dal marchio di garanzia Terre di Siena Dop: le olive si raccolgono direttamente dalla pianta, la spremitura avviene a freddo per garantire la massima qualità del prodotto finito che si presenta di colore verde con sfumature in giallo oro, sapore fruttato ed eccellenti proprietà nutritive. Gli amanti dei salumi troveranno finocchiona, salame toscano e prosciutto, salsiccia e soppressata. Da non perdere una grigliata a base di carne di maiale di Cinta Senese, una razza particolare che si è salvata dall'estinzione grazie alla passione di qualche allevatore locale, e che oggi conquista un pubblico di intenditori sempre più largo. Il maiale dal caratteristico manto bruno fasciato di bianco restituisce una carne sapida e morbida, che conferisce particolare sapore ai salumi e ai piatti più tradizionali.
L' Abbazia di San Galgano
L'Abbazia di San Galgano sorge isolata su un'altura sopra il fiume Merse, dove le sue navate si aprono al cielo a causa del crollo del tetto avvenuto alla fine del Settecento.
Paradossalmente è stata proprio l'incuria, che portò al cedimento strutturale, a dare a San Galgano tutto il suo fascino romantico di suggestiva rovina. Quel che rimane dell'originario complesso costituisce uno dei capolavori dello stile gotico - cistercense italiano. Il primo edificio fu costruito a San Galgano alla fine del XII secolo, quando il nobile Galgano Guidotti si convertì alla vita religiosa. Il monastero da lui fondato crebbe rapidamente e tra il 1224 e il 1288 venne costruita la grande chiesa a croce latina, sul modello delle chiese cistercensi francesi. Già nel Cinquecento la chiesa cominciò ad andare in rovina a causa del prolungato abbandono per arrivare nel 1786 al crollo del campanile e del tetto. L'Abbazia fu sconsacrata nel 1789. Si conservano anche la sala capitolare, la sala dei monaci, recentemente restaurata, e una parte del chiostro. Poco distante dai monumentali resti dell'Abbazia, sul poggio di Montesiepi, si trova la primitiva chiesetta fondata da San Galgano. Meta di appassionati e curiosi, custodisce al centro del pavimento il masso di roccia in cui Galgano conficcò la sua spada, come segno della volontà di abbandonare la vita secolare. Nella cappella si ammirano gli affreschi trecenteschi di Ambrogio Lorenzetti, che narrano l'Annunciazione.
Da Siena a San galgano
Partendo da Siena in direzione dell'Abbazia di San Galgano, si incontrano numerose località meritevoli di una sosta. La prima è Cuna uno straordinario borgo agricolo fortificato, conservatosi intatto dal Medioevo.
L'imponente fattoria fortificata, cinta da mura turrite in mattoni rossi, fu eretta nel Trecento dallo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena. Facendo due passi all'interno del borgo, si trova la deliziosa chiesetta in mattoni dove si conservano i resti di alcuni affreschi del Quattrocento. L'itinerario prosegue attraversando Monteroni d'Arbia, un moderno insediamento residenziale sorto lungo la Cassia. Nel centro del paese si conserva intatto l'antico mulino, costruito anch'esso dallo Spedale di Santa Maria della Scala, dal quale si originò il moderno abitato. Merita una breve deviazione la visita a Lucignano d'Arbia, borgo fortificato con porte e torri del Trecento. A Lucignano si visita la chiesa intitolata al Battista, fiancheggiata da un possente campanile concepito in origine per scopi militari. Al suo interno una Crocifissione, opera cinquecentesca di Bartolomeo Neroni detto Il Riccio.
Murlo, pittoresco e tranquillo borgo senese, è finito spesso sulle moderne cronache, grazie ad una sperimentazione scientifica che ha provato il legame di sangue tra gli abitanti di oggi e gli antenati etruschi. Centocinquanta residenti sono stati sottoposti ad analisi del patrimonio genetico, risultato poi identico con il DNA estratto dalle ossa delle tombe. Insomma, senza bisogno della macchina del tempo, a Murlo si possono incontrare gli etruschi a passeggio per la strada. Nel bellissimo Palazzo vescovile è ospitato il Museo civico archeologico, dove si raccolgono i reperti rinvenuti nella vicina necropoli di Poggio Civitate.
Naturalmente non mancano le suggestioni medievali, poiché il centro storico di Murlo conserva ancora perfettamente l'urbanistica del Trecento e sorge in posizione dominante sulla valle del Crèvole. Feudo del vescovo di Siena nel XII secolo, Murlo passò sotto il controllo della repubblica di Siena nel 1387.
Una ulteriore deviazione dal percorso diretto a San Galgano, conduce ad Orgia, gradevole borgo immerso nei boschi della Val di Merse. Ai suoi piedi si estende un'antica palude, oggi bonificata ed ammantata dai campi di grano. Ad Orgia si visita il Museo del Bosco , che documenta attraverso oggetti e materiale documentario il lavoro nel bosco e quello mezzadrile. Torri è un paesino arroccato su un colle dall'aspetto medievale. Cinto da mura di fortificazione, si sviluppò attorno ad un'abbazia vallombrosana nel corso del Duecento. La chiesa romanico - gotica si visita ancora oggi: ha un notevole portale ed è decorata con teste di leone scolpite. I resti dell'antico castello medievale dominano anche il moderno abitato di Rosìa, dove si visita la duecentesca pieve romanica di San Giovanni Battista: al suo interno si trovano un elegante fonte battesimale in marmo e una Madonna con Bambino a Santi, opera cinquecentesca di Guidoccio Cozzarelli. Proseguendo sulla strada che conduce a San Galgano, si sfiorano il Ponte della Pia costruito nell'Alto Medioevo e i resti del Castello di Montarrenti, nei pressi del bivio per Colle val d'Elsa. Fròsini conserva i resti del Castello appartenuto nell'XI secolo ai Conti della Gherardesca e costituisce l'ingresso all'Abbazia di San Galgano, uno dei luoghi più suggestivi della campagna toscana, dove la magia della leggenda si unisce al fascino di un paesaggio mozzafiato.
Da San Galgano a Siena
Tornando verso Siena, merita una sosta il paese di Sovicille, cresciuto attorno al borgo fortificato fondato in posizione panoramica nell'XI secolo. Sono ancora visibili resti delle mura, mentre il castello venne trasformato in villa privata durante il Cinquecento. Gli artigiani locali sono particolarmente abili nella lavorazione del cosiddetto "marmo di Siena", estratto nelle vicinanze di Sovicille ed utilizzato fin dal XII secolo. Alle porte di Sovicille, immersa in una bellissima campagna, merita una visita la Pieve di Ponte allo Spino: dedicata al Battista e costruita in stile romanico fra il XII e il XII secolo dai monaci vallombrosani dell'abbazia di Torri, è una delle più antiche chiese battesimali della Diocesi di Siena. Il robusto campanile ricorda la duplice funzione originaria della chiesa, luogo di preghiera e di difesa militare. Accanto alla chiesa si conservano i resti dell'antico monastero, del chiostro e di un altro fabbricato. Sempre partendo da Siena, un altro itinerario denso di suggestive tappe è quello che passando per Monteriggioni conduce a San Gimignano.
Monteriggioni
Il borgo di Monteriggioni, avamposto fortificato controllato alternativamente da senesi e fiorentini, conserva intatte le antiche mura circolari e 14 torri. Un raro esempio di architettura militare medievale, fortificato nel corso del Duecento e giunto intatto fino a noi: vale la pena passeggiare sotto le mura, fra oliveti e viuzze che conducono a minuscole osterie. Poco distante da Monteriggioni, Abbadia Isola è un villaggio cresciuto attorno all'abbazia cistercense di San Salvatore, fondata attorno all'anno Mille. All'interno del complesso monumentale si trova la chiesetta romanica che custodisce un sarcofago longobardo, affreschi del Cinquecento, un fonte battesimale del Quattrocento e una pala d'altare di Sano di Pietro. Staggia Senese si trova nella valle dell'Elsa e conserva l'aspetto medievale conferitogli dalle fortificazioni erette nel Trecento. Sono rimasti in piedi le mura ed un imponente cassero, mentre nel Museo della Pieve si conserva la Comunione di Santa Maria Maddalena, opera di Antonio del Pollaiolo.