Campagna Toscana Lunigiana
Lunigiana
Presentazione
Sul confine fra Toscana, Emilia e Liguria, la Lunigiana è una piccola regione omogenea per paesaggio, storia e cultura che offre al visitatore lo spettacolo di una natura incontaminata punteggiata dalle testimonianze del passato. Castelli, pievi , borghi medievali, ville e torri sono immersi fra praterie adibite a pascolo, dolci colline in cui si coltivano la vite e l'olivo, la verde Valle del Magra, i boschi di faggi e di castagni.
La storia ha lasciato un segno profondo in Lunigiana, terra di confine e dunque di passaggio per popoli e culture diverse: attraverso la Val di Magra arrivavano gli invasori da Nord, qui i romani combatterono a lungo per sconfiggere i bellicosi liguri apuani, mercanti eserciti e pellegrini percorrevano nel Medioevo la via Francicegna che attraversava la Lunigiana per raggiungere San Jacopo di Compostela e il sud della Francia.
Nell'ultima guerra feroce fu la repressione dei tedeschi e strenua la resistenza dei partigiani. La posizione strategica e la travagliata storia della Lunigiana hanno determinato la nascita di borghi e castelli fortificati che ancora oggi si conservano, perfettamente inseriti in un paesaggio prevalentemente rurale.
Natura e storia sono perciò le attrattive maggiori di questo lembo di Toscana che attualmente offre alberghi dotati di ogni comfort, deliziosi agriturismi e campeggi immersi nel verde, ristoranti e trattorie dove gustare le eccellenti specialità della cucina locale.
Gli amanti della natura apprezzeranno certamente la bellezza di una vallata sovrastata dai crinali dell'Appennino Tosco Emiliano, solcata dal Magra, un fiume così pulito che ancora oggi è possibile farci il bagno, le passeggiate a piedi a cavallo o in bici nei castagneti e nelle faggete, la raccolta dei mirtilli nelle praterie più aperte, gli incontri con caprioli, scoiattoli, aquile e falchi che qui possono ancora vivere indisturbati.
Castelli
Sono indubbiamente i castelli a costituire l'elemento più originale ed affascinante del paesaggio in Lunigiana. Costruiti quasi tutti dai Malaspina, dominano vallate e borghi, accolgono i turisti anziché sbarrare la strada agli eserciti stranieri e raccontano una storia lunga secoli.
Alcuni conservano ancora intatti persino gli arredi interni, altri ospitano musei, altri ancora sono purtroppo in stato di completo abbandono. I castelli sono i simboli della Lunigiana, raccontano il suo passato denso di avvenimenti storici, come accade in tutte le terre di confine solcate da importanti vie di collegamento. I più suggestivi, assolutamente da vedere, sono la Fortezza della Brunella ad Aulla, il castello di Bastia e quello di Castiglione delle Terziere.
Ogni borgo della Lunigiana ha il suo castello, nucleo originario dei paesi moderni: Fivizzano, Fosdinovo, Villafranca, Mulazzo, Licciana Nardi, Pontremoli e Tresana offrono quelli meglio conservati e più affascinanti, alcuni dei quali di proprietà privata e visitabili previo accordo con i proprietari.
Musei, Mulini e Pievi
L'origine medievale dei borghi della Lunigiana e il profondo rispetto nutrito dalla popolazione per il proprio passato, hanno fatto sì che nulla si perdesse della storia trascorsa. Così sono ancora ben conservati e visitabili anche i mulini e le pievi, mentre molti sono i musei allestiti per conservare la memoria. In Lunigiana, zona ricca di torrenti impetuosi, i mulini fanno parte da sempre della vita quotidiana e del paesaggio. Con le ruote in pietra dei mulini ad acqua si macinavano le castagne dei boschi per produrre una farina ricca di proprietà nutritive, che consentiva alle popolazioni dei borghi di sfamarsi durante i lunghi mesi invernali. Ancora oggi alcuni mulini sono in funzione, a Fivizzano, uno vicino alla Pieve di Sorano, uno alla Rocca Sigillina e uno a Zeri, che lavora solo in autunno.
Le pievi, simbolo della religiosità e della spiritualità popolare, sono sparse in tutto il territorio della Lunigiana. Particolarmente significativi sono i capitelli che si conservano al loro interno, recanti le fattezze di mostri e creature angeliche, segni di peccato e di salvezza. Sirene, mostri e teste mozzate sono visibili nei capitelli della pieve di Codiponte, vicino a Casola, mentre i simboli floreali sono scolpiti sui capitelli della pieve di San Paolo di Vendaso. I decori e le architetture delle pieve di Sorano mostrano invece come la Via Francigena abbia funzionato da luogo di scambio e fusione fra il romanico longobardo e quello toscano. Particolarmente suggestiva è anche la pieve di Pognana, immersa fra i cipressi e dalla quale si gode un superbo panorama sulla vallata sottostante.
Fra i tanti musei allestiti in Lunigiana, il più originale è quello dedicato agli oggetti della tradizione contadina, chiamato Museo Etnografico della Lunigiana con sede a Villafranca. Allestito all'interno di un piccolo mulino, raccoglie gli utensili impiegati per la lavorazione della castagna, della canapa e del grano, alla base dell'economia locale. Sono presenti anche gli oggetti necessari per la lavorazione del ferro, del vimini, del legno e della pietra, per trasformazione del latte e la vinificazione, oltre a strumenti per la misurazione, fotografie e descrizioni che documentano con dovizia di particolari la cultura popolare e contadina lunigianese. Meritevole di una visita è anche il Museo delle Statue e delle Steli lunigianesi, a Pontremoli, dove in originale o in copia sono state raccolte tutte le statue e le steli del territorio. Sculture antropomorfe che mostrano la religiosità e il misticismo di popolazioni che abitavano la Lunigiana già due secoli prima della conquista romana, e steli arcaiche, risalenti anche al II millennio a.C..
Ad Aulla si può invece visitare il Museo di Storia Naturale della Lunigiana, istituito nel 1979 per contribuire alla conoscenza del patrimonio naturalistico locale e quindi alla sua conservazione. Vi sono illustrate le particolarità dei boschi cedui, i castagneti e le faggete, le coltivazioni di collina, la flora montana e le caratteristiche geologiche delle grotte. A completare l'offerta informativa del museo, ci sono acquari e terrari dove vivono gli animali tipici della zona. Vicino alla sede del Museo, ospitato nei suggestivi locali della Fortezza della Brunella, è stata allestito un completo orto botanico.
A Casola di Lunigiana si trova infine il Museo del Territorio dell'Alta Valle Aulella che comprende la sezione del Parco Archeologico dove si trovano numerose statue e steli e quella chiamata "borgo in mostra". Vi si raccolgono tutti i reperti rinvenuti della Valle Aulella, testimonianze che vanno dalla preistoria fino al medioevo per offrire un panorama completo della storia del luogo. Nella sezione all'aperto del Parco Archeologico sono state raccolte le copie delle steli più significative rinvenute nel territorio fino al confine con La Spezia, mentre il "borgo in mostra" è un itinerario da percorrere a piedi nel centro storico di Casola, dove si alternano palazzi, mulini e antichi insediamenti medievali.
Terme
Per completare l'offerta turistica della Lunigiana ci sono le Terme che già sollazzavano gli antichi abitanti della zona. Il centro più importante è Equi Terme, che si trova nel versante settentrionale delle Alpi Apuane: le acque minerali solforose che sgorgano naturalmente dalla sua sorgente hanno eccezionali proprietà terapeutiche e vengono impiegate nella cura dell'apparato respiratorio, della pelle, dell'artrosi e di malattie reumatiche. Oltre agli stabilimenti termali al chiuso, dove è possibile beneficiare di terapie e trattamenti eseguiti da medici specializzati, un'esperienza gratificante è percorrere a piedi i boschi che circondano Equi Terme, dove si trovano numerose sorgenti sulfuree naturali che erogano acqua a 27 gradi.
Nei dintorni si trovano anche interessanti siti archeologici, come la Caverna della Tecchia dove sono state rinvenute ossa dell'orso delle caverne ed alcuni manufatti del paleolitico. Da Equi Terme parte anche la strada che costeggia il cosiddetto "Solco", un canyon naturale formato dal fiume che nel corso dei secoli ha eroso i fianchi della montagna.
Gastronomia, Vini e Prodotti Tipici
Anche la gastronomia della Lunigiana affonda le radici in una storia lontana, quando le osterie e le taverne servivano per dare ristoro ai pellegrini, ai viandanti e ai soldati che percorrevano le sue strade per spostarsi nelle regioni dell'Italia Centrale. L'identità della Lunigiana si è conservata anche nel piatto e la gastronomia locale offre una varietà davvero incredibile di pietanze tipiche, risultato dell'incontro fra le cucine toscana, ligure ed emiliana. La cultura della buona tavola si unisce in Lunigiana a quella dell'ospitalità, per cui sedersi al tavolo di un ristorante o di un'osteria non è semplicemente un modo per riempirsi la pancia, ma la miglior soluzione per entrare in contatto vivo con le tradizioni della Lunigiana e l'ospitalità che da sempre anima la sua gente.
Naturalmente, come in tutta la Toscana, si tratta di una cucina basata su ingredienti poveri, perché anticamente soltanto poche cose erano a disposizione delle massaie e con quelle ci si doveva arrangiare. Oggi la cucina lunigianese si è molto arricchita, pur conservando quella sobrietà di fondo che resta la sua caratteristica principale.
Da non perdere sono i "testaroli", straccetti di pasta finissima che si cuociono un minuto in acqua bollente e si condiscono con sugo di pomodoro o pesto alla genovese molto delicato. Una variante sono i "panigacci", vero e proprio simbolo della cucina locale: sono delle specie di focaccette fatte in casa da farcire con gli eccellenti salumi della Lunigiana, come il culatello, la spalla cotta, il salame o le salsicce. La spalla cotta della Lunigiana si ricava dalla parte anteriore del maiale ed ha un sapore inconfondibile: conservata con l'osso avvolta in pelle grassa, dopo una stagionatura di 12 mesi, può essere consumata cruda come insaccato oppure dopo averla lessata, come anticamente si faceva in occasione delle feste comandate e di ricorrenze particolarmente importanti. Particolarmente rinomate sono le torte di verdura, come quella "alle erbe fini" che almeno una volta va messa sotto i denti, così come i tortelli, eccellente primo piatto fatto in casa con sfoglia ripiena di verdure, uova e formaggio.
Le "lasagne bastarde" della Lunigiana devono il nome al fatto che la pasta si ottiene mescolando la farina di grano con quella di castagne. Si condiscono con olio extravergine d'oliva e parmigiano, oppure con un delicatissimo sugo di porri. Una prelibatezza per palati fini è l'agnello di Zeri, la cui bontà sta tutta nelle caratteristiche della razza della pecora zaresca che si nutre solo nei pascoli all'aperto della Lunigiana. La carne è tenera, fragrante e delicata al gusto. Tipico della Lunigiana è anche il fagiolo di Bigliolo che si coltiva da secoli nei terrazzamenti di collina: la buccia sottile e la pasta particolarmente cremosa si fanno apprezzare appieno se conditi solo con un filo d'olio extravergine d'oliva di produzione locale. Particolarmente apprezzati sono anche i funghi porcini della Lunigiana, dal sapore intenso e dal gusto delicato: in estate si consumano freschi, per l'inverno si seccano con procedimenti totalmente artigianali e naturali.
Giustamente celebre è il miele della Lunigiana, considerato il più pregiato d'Italia come dimostra il fatto che è stato il primo ad ottenere il riconoscimento della D.O.P.: il segreto del suo gusto aromatico sta tutto nel fatto che i prati dove si nutrono le api sono davvero incontaminati. Lo si può provare nelle varietà millefiori, acacia e castagno. La purezza dell'aria e del suolo si ritrova anche nel gusto della mela rotella della Lunigiana, che si coltiva con la lotta biologica ai parassiti, priva dunque di pesticidi o antiparassitari di derivazione chimica: la pasta è bianca, il sapore acidulo e l'aroma intenso. Il pane della Lunigiana è il complemento ideale per ogni pasto a base di piatti tipici: l'ottima qualità della farina, il lievito completamente naturale e la purezza dell'acqua impiegata per la sua preparazione restituiscono un gusto fragrante che si conserva appieno durante la cottura nel forno a legna, per la quale si impiega solo legna aromatica di castagno. I formaggi della Lunigiana, in particolare il pecorino e la caciotta, si assaggiano e si comprano direttamente dai pastori, che allevano le greggi tassativamente allo stato brado.
Un pasto in Lunigiana deve essere abbondantemente innaffiato con i vini di produzione locale, famosi fin dai tempi dei romani e prodotti con vitigni esclusivamente autoctoni. In Val di Magra, i piccoli produttori si sono riuniti nel Consorzio Produttori di Vino della Lunigiana, mentre per il turista sarà un'esperienza assai piacevole percorrere la Strada del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana, un percorso alla ricerca del gusto che si snoda fra castelli, pievi e piccoli borghi di collina. Si possono assaggiare il celebre D.O.C. "Candia dei Colli Apuani", l'ormai famoso D.O.C. "Colli di Luni" e la grande varietà dei vini I.G.T. della "Val di Magra". La vasta offerta delle produzioni enologiche lunigianesi è in grado di rispondere ai gusti più disparati, di accontentare chi ama i vini rossi e chi preferisce i bianchi o i rosé, gli amanti del secco e quelli del dolce e dell'amabile.
Un pranzo in Lunigiana si conclude obbligatoriamente con l'inconfondibile Elisir di China prodotto ancora secondo il metodo tradizionale dalla Farmacia Clementi di Fivizzano. Il gusto pieno ed aromatico della China di Fivizzano nasce dalla ricetta segreta messa a punto nel 1884 da Giuseppe Clementi e da allora divenuta giustamente famosa anche fuori dai confini della Lunigiana.
Un giro in Lunigiana
Pontremoli
"Porta e chiave unica" per controllare i collegamenti fra Nord e Sud Italia. Così Federico II definì Pontremoli, al centro delle più importanti vie di comunicazione fra la Toscana e la pianura Padana. La posizione strategica di Pontremoli ne ha segnato il destino di terra contesa fra i comuni prima e tra le signorie poi, fino all'ingresso definitivo nel Granducato di Toscana. Oggi Pontremoli è un'elegante città storica, dove si respira il fascino di vicende passate da secoli ma che hanno lasciato come segno tangibile di un passato glorioso palazzi signorili, piazze scenografiche e tante chiese, custodi di uno straordinario patrimonio artistico. Per godere appieno del fascino di Pontremoli basta risalire le viuzze in pietra che si arrampicano sul colle del Piagnaro, dominato dal castello medievale.
Il borgo vecchio, un susseguirsi di vicoli, portoni e piazzette è integrato nelle mura difensive del castello, intervallate da poderose torri difensive.
Nel cuore del borgo storico si aprono due piazze, piazza del Duomo e piazza della Repubblica, divise da due torrioni: sono quel che resta della muraglia che Castruccio Castracani fece erigere nel 1322 per impedire i sanguinosi scontri fra guelfi e ghibellini, che si contendevano il controllo della città in una feroce guerriglia civile. Oggi restano le due torri e buona parte del muro difensivo è visibile all'interno delle abitazioni private che successivamente furono costruite attorno ad esso. Da vedere anche la Chiesa di Nostra Donna, splendido esempio di barocco italiano e il complesso della Santissima Annunziata, dalla severa architettura quattrocentesca, che si trova nell'omonimo borgo poco prima dell'ingresso al paese. Da non mancare, la visita al teatro settecentesco di Pontremoli, recentemente restaurato e restituito alla città e una sosta al Museo delle Stele, dove si conservano gli enigmatici idoli in pietra scolpiti dalle popolazioni che abitavano la Lunigiana già nella preistoria.
In epoca moderna, Pontremoli è divenuta celebre per una singolare attività svolta da molti dei suoi abitanti, la vendita ambulante di libri, che ha sparso i Pontremolesi a giro per tutta la penisola. La vocazione letteraria del luogo si celebra ogni anno, con l'attribuzione del prestigioso Premio Bancarella, che viene assegnato non dai critici ma proprio dai librai nel mese di luglio. Sulla scia del Bancarella, sono nati altri appuntamenti di rilievo: il Bancarella sport, per i titoli sportivi, che si svolge in settembre e il Bancarellino, riservato alla letteratura per ragazzi, in calendario a giugno. La festa popolare più originale di Pontremoli è la gara dei falò tra le due contrade: retaggio degli antichi riti propiziatori rivolti al dio del fuoco, la festa prevede che il 17 gennaio la contrada di San Niccolò e il 31 gennaio quella di San Geminiano accendano un grande falò. Vince quello che sprigiona le fiamme più alte. Nei dintorni di Pontremoli, vale sicuramente la pena di risalire la Valle del Verde, punteggiata di pievi e borghi storici molto suggestivi.
Zeri
Il nome Zeri si riferisce in realtà ad un insieme di ben cinque piccoli paesi, Noce, Coloretta, Patigno, Rossano e Bergugliara, immersi in una natura integra ed abitati da persone ancora dedite alla cura del bosco e all'allevamento. La località è famosa per l'ottima qualità degli agnelli allevati allo stato brado, che restituiscono una carne genuina e delicata da assaggiare nelle osterie locali. Gente fiera, quella di Zeri, è riuscita a preservare la propria indipendenza cacciando i francesi prima e gli spagnoli poi, e dando un contributo decisivo alla liberazione della Lunigiana. Ritmi di vita altrove dimenticati, aria pura, silenzio e natura incontaminata sono le attrattive di Zeri che offre buone possibilità di alloggio, nelle tipiche case in pietra di stile alpestre.
Filattiera
Capitale della Lunigiana Bizantina, poi sede del governo dei Malaspina, Filattiera è uno dei più antichi borghi abitati della Lunigiana. Si conserva intatto il cuore del paese medievale, risalente ai XIII secolo, con la cappella Castrense dedicata a San Giorgio che anticamente era collegata al castello e la poderosa torre d'avvistamento. Girare per Filattiera è come sfogliare le pagine di un libro di storia, perché si sono conservate molto bene anche le testimonianze dei periodi successivi, come il Castello dei Malaspina, la chiesa e l'antico ospedale di San Giacomo. Ma Filattiera merita una visita soprattutto per la presenza, ai suoi piedi, della splendida Pieve di Sorano, un gioiello dell'architettura romanica costruita lungo la Via Francigena, probabilmente sui resti di edifici paleocristiani.
Dopo un restauro condotto con rigore e professionalità, la Pieve di Sorano mostra oggi tutto il suo splendore ed offre anche una enigmatica leggenda, che però si pensa abbia un sostanziale fondo di verità. All'interno della pieve, si conserva infatti una lapide dell'VII secolo che narra come un misterioso religioso sia arrivato a Sorano ed abbia spezzato le stele degli idoli pagani, cominciando a predicare, convertire fedeli e costruire chiese cristiane. In realtà, ne dintorni sono state rinvenute solo pochissime stele paleocristiane integre. Nei dintorni di Filattiera meritano una visita i paesi della Valle della Capria, che offrono case signorili, palazzi e torri, la splendida Rocca Sigillina, Gigliana e i prati di Logarghena.
Bagnone
Immersa in uno splendido bosco di lecci e pini, Bagnone è arroccata su uno sperone di roccia che si affaccia sul Magra. La posizione dominante e l'assetto medievale intatto, ne fanno una meta privilegiata per i visitatori della Lunigiana, che qui troveranno botteghe artigiane, mercati, osterie e alloggi particolarmente suggestivi. La presenza del fiume a pochi passi dal borgo, ha favorito la costruzione di molti mulini ad acqua, alcuni dei quali ancora aggi attivi per macinare i prodotti del bosco con le grosse ruote di pietra. Il castello di Bagnone, sede principale del dominio fiorentino sulla Val di Magra nel XV secolo, è stato interamente restaurato e si può visitare accordandosi con il proprietario.
Dall'esterno si vede la poderosa torre d'avvistamento a base quadrata e si gode lo spettacolo di una splendida architettura altomedievale incorniciata dalle vette appenniniche.
La torre rotonda fu invece innalzata dai Malaspina che trasformarono l'originaria fortezza in un signorile luogo di residenza, favorendo anche l'insediamento di professionisti e ricchi borghesi nelle antiche case torri del borgo circostante. Il proprietario del castello, autore anche del restauro, è lo scrittore Jacopo Bodoni che all'interno del palazzo ha allestito un preziosissimo Centro di Studi Umanistici, corredato da un archivio e da una biblioteca ricchissimi. Oltre ad ospitare una raccolta unica sulla storia della Toscana e della Lunigiana, il castello accoglie anche seminari, conferenze, festival musicali e occasioni di incontro culturale, oltre ad una scuola di teatro e ad associazioni impegnate nel recupero del patrimonio architettonico della Lunigiana. Da Bagnone si raggiunge anche il Castello di Treschietto, i cui ruderi restano aggrappati ad uno strapiombo del Monte Orsaro.
Mulazzo
Mulazzo è il cuore della passione dei lunigianesi per i libri. La maggior parte dei librai ambulanti è partita per ogni angolo d'Italia e d'Europa proprio varcando le sue mura e i librai più celebri hanno quasi tutti un'origine comune in questo piccolo borgo della Lunigiana. Tappa obbligata è la Madonna del Monte da dove si gode un impareggiabile panorama sulla Lunigiana che spazia fino al mare. A Mulazzo si conservano i resti del castello dei Malaspina, i ruderi di una torre bizantina, numerosi palazzotti degli antichi signori locali e la splendida Chiesa di San Martino della quale rimangono le mura esterne e le colonne, che creano un suggestivo scenario immerso nel verde. In settembre, Mulazzo ospita il premio Bancarelvino, mostra mercato dei vini locali, arricchita da eventi culturali e degustazioni.
Poco distante da Mulazzo merita una visita anche Groppoli, un angolo di Liguria in Lungiana, dove il castello, la villa e la chiesa furono voluti proprio dai Brignole di Genova ed eseguiti su progetto di Matteo Vinzoni. Da non perdere, il Borgo di Lusuolo, tipico esempio di insediamento urbano lunigianese, con le terrazze - aie delle case affacciate sull'unica strada. Il castello di Luosolo offre una splendida corte e il torrione ancora intatto: la veste attuale risale al Seicento, poiché il castello fu più volte distrutto in ragione della sua posizione strategica. Presto diverrà la sede di un laboratorio per il restauro del libro.
Montereggio e Parana
Sono le due località in cui si diffuse la tradizione di mettersi un cesto in spalla, riempirlo di libri e andare a venderli fuori dalla Lunigiana. I due borghi sono oggi perfettamente conservati ed aggirarsi nelle loro stradine, ovviamente tutte intitolate a librai ed editori di mezzo mondo, è un'esperienza molto piacevole. Da vedere anche la chiesa di Sant'Apollinare. Montereggio è la sede del Premio Bancarella, che si svolge proprio nella pieve sconsacrata il 2 marzo di ogni anno.
Comano
Piccola stazione turistica apprezzata già nell'Ottocento, Comano conserva i ruderi del Castello che nell'anno 983 il Re Ugo regalò in dote alla moglie Berta. Sede del governo di Castruccio Castracani, poi dei Malaspina e degli Estensi, Comano offre piacevoli occasioni per il relax nelle campagne dintorno, oltre alla possibilità di vedere i maestri artigiani al lavoro mentre scolpiscono la pietra. Da vedere anche l'antica pieve di Crespino, citata nei documenti fin dal 1143.
Tresana
Fu un importante centro in età medievale, anche in virtù del permesso di coniare le monete concesso nel 1577 dall'imperatore Massimiliano. Ma la fucina di monete ai piedi del castello, divenne presto una fucina di monete false e perciò il papa Clemente VIII scomunicò il sovrano di Tresana, Guglielmo Malaspina. Fra i tanti castelli sparsi nei dintorni merita una visita quello di Villa, recentemente restaurato ed arredato dal proprietario. Nato probabilmente sui resti di una fortificazione trecentesca, il castello di Villa si arricchì nel Quattrocento di due torri cilindriche. Da vedere anche la chiesa rinascimentale di Santa Maria.
Le prime due domeniche di settembre a Tresana c'è la fiera della castagna, l'occasione giusta per gustare tutte le specialità gastronomiche locali preparate con questo delizioso frutto del bosco.
Podenzana
Podenzana domina la vallata che si stende lungo la riva destra del Magra con il poderoso castello malaspiniano, restaurato in stile Cinquecentesco durante gli anni Sessanta. In virtù della sua posizione strategica, il castello fu a lungo conteso fra i potentati locali, finchè nel Cinquecento tornò in possesso dei Malaspina.
A Podenzana si trova anche uno dei santuari più importanti della Lunigiana, meta di estenuanti pellegrinaggi nel Medioevo e legato ad una leggenda ancora viva: si narra che la Madonna sia apparsa su un castagno, ancora conservato sul retro dell'altare. Vicino a Podenzana, Montedivalli è un'isola ligure in territorio toscano e conserva la pieve di Sant'Andrea, gioiello dell'arte romanica.
Villafranca
Il resti del castello detto del Malfido, proprio all'inizio dell'abitato di Villafranca, testimoniano del suo glorioso passato, quando sotto il governo dei Malaspina divenne uno dei centri più importanti della Val di Magra. Il Castello controllava la confluenza tra il fiume Magra e il torrente Bagnone, e tutti i traffici che si svolgevano lungo la via Francigena. Del poderoso fortilizio oggi restano solo pochi ruderi, a causa della sua pressoché totale distruzione avvenuta nel corso della seconda guerra mondiale. In ogni caso, Villafranca resta uno dei borghi più belli dell'intera Lunigiana, assai caro ai Malaspina che non vollero mai perdere il controllo di un insediamento strategico, nel quale fecero costruire anche la cappella sepolcrale di famiglia, visitabile all'interno della Chiesa di San Niccolò.
I Malaspina circondarono il borgo di Villafranca con fossati e mura difensive, delle quali restano oggi suggestive testimonianze. Vale la pena di fare due passi nel centro storico, fiancheggiato da deliziose botteghe artigiane, e al Museo Etnografico della Lunigiana, ospitato negli antichi mulini del Quattrocento, dove sono state raccolte moltissime testimonianze della vita e della cultura rurale tipiche della Lunigiana.
Tra Villafranca e Bagnone, è indispensabile una visita al borgo di Filetto, probabilmente il meglio conservato di tutta la zona, immerso in un fitto bosco dove sono state ritrovate numerose statue stele, idoli religiosi scolpiti nella pietra dai Liguri Apuani. Inizialmente il borgo fungeva da presidio militare contro i Longobardi, ed ancora oggi conserva intatto il suo aspetto di borgo fortificato. Nel corso del Cinquecento gli Ariberti comprarono l'abitato dai Malaspina e lo ampliarono suddividendolo in due parti distinte. Nella parte nuova si possono vedere il Palazzo dei Marchesi, la chiesa parrocchiale e l'ospedale. Nella parte vecchia si conservano la Chiesa di San Francesco, custode di splendide opere in terracotta di scuola robbiana, la Piazza del Pozzo e gli splendidi portali in arenaria che fiancheggiano le strade e le piazze.
In luglio ed agosto, il borgo bizantino di Filetto regala tutte le suggestioni dell'antico mercato medievale: nel bellissimo centro che ancora oggi mantiene intatta la struttura originaria, si raccolgono gli ambulanti provenienti da tutta la Lunigiana e vengono ricostruite le antiche botteghe artigiane per la lavorazione del ferro, del legno, del cuoio, della pietra e della ceramica. Per le strade sfilano figuranti in costume, accompagnati da musicisti ed artisti di strada. Il 24 agosto è invece la volta della Fiera di San Genesio, una delle più importanti della zona, che si svolge nella selva che circonda il paese, dove per l'occasione si possono gustare le specialità gastronomiche locali.
Partendo da Villafranca, meritano indubbiamente una sosta anche il borgo e l'antico castello di Malgrate, un insediamento fra i più significativi della Lunigiana. Dominato da una torre cilindrica fra le più antiche ed eleganti d'Italia e protetto da una cerchia di mura in ottimo stato di conservazione, il borgo si sviluppò a partire dal XIV secolo. Pochi sono i turisti che visitano Virgoletta, che invece meriterebbe una sosta perché tra i borghi della Lunigiana è uno dei più affascinanti e meglio conservati: dominato dal castello malaspiniano, il borgo sorge in mezzo ad una selva ricca di sorgenti d'acqua ed offre anche una piccola chiesa dove si conserva una quantità incredibile di preziose reliquie di santi. Da Fornoli, sempre nelle vicinanze di Villafranca, si scende al guado della Chiesaccia, sul Magra, e si gode la scenografica visione del borgo di Lusuolo.
Licciana Nardi
Il secondo nome del paese ricorda l'eroe risorgimentale locale, Anacrusi Nardi, al quale è intitolata anche la piazza che annuncia l'inizio dell'abitato, dove si consiglia di lasciare la macchina. Non mancano naturalmente il castello dei Malaspina e la chiesa parrocchiale, circondati da botteghe e pittoresche abitazioni. Vale la pena di salire fino alla Torre del Nocciolo, o Prada di Cisigliana, percorrendo a piedi la strada che fiancheggia il Castello di Bastia. Raggiunta la sommità del poggio, si ammira un panorama superbo sull'Appennino e le Apuane. Poco fuori dall'abitato di Licciana si trovano i ruderi del Campanile del Convento dei Servi di Maria, soppresso da Napoleone: delizioso il sentiero nel bosco che si percorre per raggiungerlo.
I dintorni di Licciana offrono borghi, castelli e scorci paesaggistici di rara bellezza. Imboccando la strada che da Licciana sale verso il passo del Lagastrello, si incontra Varano, capoluogo dei possedimenti Estensi fino alla Rivoluzione Francese. Proseguendo si trova Tavernelle, dove si conservano le antiche abitazioni e botteghe in pietra, ancora sormontate dalle iscrizioni originarie. Da non dimenticare una sosta a Taponecco e Apella, infine a Linari dove si conservano i resti di un'antica abbazia. Da non perdere una visita al borgo di Monti, dove si trovano i resti del castello costruito nel XII secolo e della millenaria Pieve di Venelia.
Fivizzano
Definita la Firenze della Lunigiana , Fivizzano fu elevata al rango di "città nobile" dal Granduca di Toscana nel 1848. Nonostante le pesanti distruzioni subite a causa di numerosi terremoti e dei bombardamenti dell'ultima guerra mondiale, conserva un bel centro storico. Molto piacevoli da visitare sono i numerosi palazzi che sorgono nel centro storico di Fivizzano: il Palazzo Molari e il Palazzo Malaspina, vicini alla chiesa parrocchiale, il Palazzo Borni. Pregevole anche l'architettura dell'Accademia degli Imperfetti, istituzione letteraria cinquecentesca che ancora oggi prosegue nella sua vivace attività editoriale.
I Palazzi Benedetti Chigi e Fantoni Bodoni sono stati restaurati ed ospitano una mostra permanente di libri del Quattrocento, in omaggio alla storia del borgo dove Jacopo da Fivizzano avviò l'attività di una delle più antiche tipografie italiane. In Palazzo Fantoni invece, nell'Ottocento, venne inventata ed utilizzata la prima macchina da scrivere di concezione moderna. Da visitare anche la Chiesa di San Giovanni Battista e l'ex Convento degli Agostiniani, da non perdere un giro lungo le mura di fortificazione, il più evoluto esempio di struttura difensiva della Lungiana, voluto nel 1540 da Cosimo de' Medici. Di grande effetto scenografico è infine la piazza Medicea, con la splendida fontana fatta erigere nel 1683 da Cosimo III.
Equi Terme
La Lunigiana offre anche una splendida stazione termale, ai piedi delle Apuane. Equi Terme, tipico borgo medievale inserito in uno scenario naturale molto suggestivo, era conosciuto fin dall'epoca dei romani per le straordinarie proprietà delle sue acque, che sgorgano a 27 gradi nelle valli circostanti l'abitato. I visitatori oggi dispongono di una piscina ovale, padiglioni per cure inalatorie, sauna, idromassaggio e trattamenti specialistici.
Il piccolo borgo di Equi si affaccia su un canyon omonimo, una stretta gola scavata dal fiume in mezzo ad un bosco selvaggio: gli appassionati di speleologia potranno chiedere di essere accompagnati per visitare il sistema carsico che si snoda vicino al canyon.
Poco distante da Equi meritano una visita anche le grotte dette "La buca", oltre alla Caverna della Tecchia, dove sono state rinvenuti resti di orso delle caverne e di altri animali che popolavano la zona nel Paleolitico.
Casola
Le valli attorno a Casola erano già abitate nell'età del ferro, nel 1306 il piccolo borgo passò in proprietà al Vescovo di Luni e successivamente, dopo la pace fra i vescovi di Luni e i Malaspina, appartenne alla casata di questi ultimi. Nel 1496 passò a Firenze, per poi entrare nel Granducato di Toscana fino all'unità nazionale. La sua posizione strategica, lungo la via che collegava la Val di Magra alla Garfagnana, ne fece un borgo difensivo ben fortificato, il cui fascino si intuisce ancora oggi nelle stradine strette su cui si affacciano le abitazioni in pietra addossate l'una all'altra. Scendendo dal cuore del borgo verso il fiume Magra, si trovano i resti delle tre porte di ingresso e quelli dei cinque mulini collegati tra loro che, sfruttando le acque del vicino fiume, garantivano a Casola una prosperità sconosciuta ai paesi vicini. Da visitare è anche il Museo del territorio, dove le testimonianze raccolte offrono la possibilità di avere una lettura completa della storia e della cultura di Casola e della Lunigiana. Fanno parte del museo anche le tre aree attrezzate sparse sul territorio comunale, il Villaggio dei Liguri Apuani, gli itinerari didattici nel borgo di Casola e il complesso della pieve di Codiponte.. Nelle vicinanze di Casola, meritano una visita l'antico borgo di Gragnola, dove si visita anche una splendida villa Rinascimentale risalente ai primi del Quattrocento, i ruderi di Castel dell'Aquila, maniero dei Malaspina, e il borgo di Fazzano, splendido scorcio panoramico da dove si gode una vista eccellente sulle Apuane. I naturalisti non vorranno perdere la visita all'Orto Botanico dei Frignoli, poco lontano da Casola lungo la strada per Fivizzano. Allestito dalla Comunità Montana e dal Museo di Storia Naturale della Lunigiana, l'Orto mira a proteggere il patrimonio naturale e culturale delle Apuane e dell'Appennino Toscano, anche attraverso la ricostruzione di ambienti e percorsi didattici nel bosco.
Aulla
I bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale hanno cancellato l'antico volto medievale di Aulla, che oggi conserva soltanto i resti delle splendida Fortezza della Brunella, possente costruzione quadrangolare progettata agli inizi del Cinquecento proprio per resistere ai colpi di arma da fuoco. Oggi la Fortezza è circondata da uno splendido parco botanico ed ospita il Museo di Storia Naturale della Lunigiana dove, in terrari ed acquari, vivono le specie animali tipiche della zona.
Da vedere anche i resti dell'Abbazia di San Capraio, della quale restano solo alcune colonne del chiostro e l'abside romanica. Nei dintorni di Aulla sono da visitare il borgo di Bibula, Pallerone, dove si conserva un presepe meccanico realizzato oltre 50 anni fa, e il borgo fortificato di Caprigliola, con le mura erette dai Medici ancora in eccellente stato di conservazione.
Ad Aulla sono molte le feste popolari e le sagre: la domenica successiva al Ferragosto, tutto il paese è impegnato nella Coppa Italiana del Gioco della Morra, a settembre si imbandiscono tavoli lungo le strade per la Sagra della Focaccetta, mentre nel giorno dell'Epifania viene realizzata la calza più lunga del mondo, con dentro una calzetta per ciascun cittadino, che viene appesa al campanile della chiesa.
Fosdinovo
Quello di Fosdinovo è il castello più fotografato della Lunigiana, arroccato su un colle dal quale si domina un paesaggio superbo. Solido e massiccio, il castello venne eretto nel Trecento, fortificato nel secolo successivo e rimaneggiato nel Cinquecento secondo i dettami dell'elegante stile rinascimentale. Le torri merlate di forma cilindrica e le possenti mura difensive, fanno del Castello di Fosdinovo un gioiello di architettura medievale, al centro delle mire di tanti casati in virtù della posizione strategica. In realtà la proprietà del castello fu quasi ininterrottamente dei Malaspina, oggi appartiene ad un privato che si cura di mantenerlo sempre in uno stato eccellente di conservazione.
Ospita seminari, concerti, mostre ad altre manifestazioni culturali e vistarlo non è un problema, basta mettersi d'accordo con i proprietari. La tradizione vuole che qui Dante sia stato ospite dei Malaspina e che nelle stanze oscure si aggiri il fantasma di una fanciulla crudelmente uccisa a causa di un amore impossibile. Molti degli arredi e delle suppellettili originali si trovano ancora dentro al castello che anche per questo è uno dei più belli della Lunigiana, da visitare senza fretta.
Sarzana e Luni
Gli insediamenti archeologici di Luni e Sarzana sono due mete da non perdere per scoprire il passato della Lunigiana. Luni, fu fondata sul mare nel 177 a.C. per fungere da scalo commerciale per il trasporto del marmo estratto sulle Apuane. Dopo secoli di attività fiorenti e benessere diffuso, Luni venne abbandonata nel XII secolo, a causa della malaria, dell'insabbiamento del porto e delle continue guerre per il predominio sul territorio. Fra i resti dell'epoca romana troviamo il foro, la casa degli affreschi e un grande anfiteatro. Proseguendo sull'Aurelia, poco distante da Luni si trova Sarzana, oggi fiorente centro commerciale e in passato punto strategico per il dominio sulla Valle del Magra.
Sarzana prese gradualmente il posto di Luni, dopo il suo abbandono, e merita una visita per le splendide testimonianze del passato. Sulle vie del centro storico si affacciano signorili palazzi e splendida è la Cittadella, possente fortezza fatta erigere da Lorenzo il Magnifico nel Quattrocento. Sarzana è famosa per la perizia dei suoi maestri artigiani e la presenza di molte pittoresche botteghe. Ogni anno, nel mese di agosto, per le sue stradine si svolgono la Mostra Nazionale dell'Antiquariato e la Soffitta nella Strada, una rassegna antiquaria dove si può trovare davvero un po' di tutto, oggetti insoliti e pezzi unici provenienti sia dalle stalle che da paesi lontani.