Vacanze nel Chianti

Presentazione

Il "Giardino d'Europa" non ha bisogno di presentazioni, essendo ormai divenuto celebre in tutto il mondo per la sua dolce bellezza, tanto da essere definito da molti la campagna più bella che esista. Colline arrotondate coltivate ad oliveti e vigneti, dove si produce un vino celeberrimo che allieta palati raffinati da secoli, punteggiate da borghi, pievi, castelli e complessi colonici restaurati per offrire ai turisti un soggiorno da favola. Poi ci sono il clima particolarmente mite e l'incanto dei paesaggi a rendere uniche le campagne che si stendono tra Firenze e Siena.
Nell'immaginario dei turisti stranieri il Chianti è molto più che un semplice luogo della terra, è un modello di qualità della vita: nel Chianti il ritmo è lento, non trova casa lo stress, si mangia bene e si beve meglio, stando a tavola a lungo, senza fretta, magari a far due chiacchiere con amici e parenti. Una campagna magica, prodiga di atmosfere indimenticabili che sfiorano tutti i sensi: il paesaggio soddisfa l'occhio educato all'eleganza sobria, i vini da primato sollazzano il gusto dei più esigenti, il profumo della terra, diverso ad ogni passo, dà sollievo alle narici ormai disabituate a tanta finezza.
Da poco più di un anno, Greve, "capoluogo" del Chianti turistico, ha racchiuso in un'etichetta le sue straordinarie caratteristiche, dandosi un'identità efficace più di ogni slogan: è nata qui infatti l'idea delle Città Slow, le città lente e del buon vivere che si sono riunite in un Movimento internazionale capeggiato dal comune chiantigiano. Le città del buon vivere sono quelle dove si salvaguardano il territorio e la qualità dell'aria, dove la vita media è più lunga e non esistono l'emarginazione e il disagio sociale, dove il paesaggio non si scempia ma si valorizza. Tutto il Chianti meriterebbe l'appellativo di "Slow" e da tempo i visitatori, prima stranieri e poi italiani, hanno mostrato di esserne consapevoli.
I turisti mostrano di amare il Chianti ogni anno di più, tanto che molti di loro, dopo averlo vissuto da vacanzieri hanno deciso di comprarci casa e rimanere per sempre. Sono tantissimi i chiantigiani d'adozione, per la prevalenza inglesi e tedeschi, spesso artisti o personaggi del mondo dello spettacolo, che si sono innamorati di un paesaggio dalla bellezza irripetibile ed hanno comprato antichi complessi rurali per farne residenze da sogno.
Probabilmente non si può più parlare a ragion veduta di un Chiantishire, poiché il termine allude ad una prevalenza degli inglesi nel Chianti che forse corrispondeva alla realtà di un tempo ormai passato, visto che oggi i turisti nel Chianti sono sì cittadini britannici, ma anche olandesi, tedeschi, statunitensi e italiani.
Buona parte del fascino del Chianti deriva dalla presenza di un patrimonio architettonico ed artistico davvero invidiabile, testimonianza di un passato denso di storia. Una storia fatta di battaglie sanguinose e terribili che nel Medioevo scoppiavano continuamente tra Siena e Firenze per il primato sul territorio. Si ritiene che il toponimo Chianti derivi da "Clante", appellativo etrusco di un affluente dell'Arbia. Nel Duecento il territorio che corrisponde più o meno agli attuali comuni di Radda, Gaiole e Castellina fu conquistato dai fiorentini che lo organizzarono nella Lega del Chianti. Già allora il simbolo dei comuni chiantigiani era il Gallo Nero, ancora oggi logo del Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico. Nel Settecento si rese necessaria una ridefinizione dei confini del Chianti, a partire dalle zone di produzione dei vini di pregio. Agli originari comuni della Lega si aggiunsero Greve e parte dei territori di San Casciano Val di Pesa, Barberino Val d'Elsa, Tavarnelle Val di Pesa e Castelnuovo Berardenga. Tuttora gli antichi confini delimitano la zona di produzione del vino Chianti Classico del Marchio Storico Gallo Nero, regolata dal rigido disciplinare che permette alle aziende consorziate di ottenere il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
All'interno del territorio chiantigiano si incunea parte della Valdelsa, perciò il comune di Barberino, benché nei suoi vigneti si produca Chianti Classico Docg Gallo Nero, è stato trattato nella sezione relativa alla Valdelsa. I restanti sette comuni del Chianti sono ripartiti fra le Province di Firenze e Siena, anche se gli steccati amministrativi non minano la sostanziale unità del territorio dal punto di vista geografico, storico, culturale e produttivo. L'omogeneità del territorio sta spingendo le amministrazioni locali a scegliere la strada della confederazione, attraverso la costituzione di un Distretto Rurale del Chianti in via di definizione.

Il Vino Chianti Classico DOCG e gli altri Prodotti Tipici


I documenti in possesso degli storici mostrano che già nel Cinquecento botti e bordolesi colme di Gallo Nero viaggiavano verso l'Inghilterra. Nel Settecento ci fu un ulteriore incremento delle esportazioni di Chianti Oltremanica, ma la radicale trasformazione dell'agricoltura chiantigiana in viticoltura altamente specializzata avvenne negli anni '60 del Novecento. Il Chianti Classico Gallo Nero Docg, tra i vini più pregiati al mondo, si produce con uve Sangiovese (dal 75 al 100%), Trebbiano Toscano o Malvasia Bianca nella misura massima del 6% ed altre uve a bacca rossa fino ad un massimo del 15%.
E' limpido, di colore rubino vivace che tende al granato con l'invecchiamento. L'odore ha sfumature di mammola ed acquisisce finezza con l'invecchiamento. Il sapore è armonico, asciutto e tende col tempo al morbido vellutato. Il Chianti Classico Gallo Nero ha 12 gradi, che salgono a 12.5 nel caso della Riserva, ottenuta con due anni di invecchiamento e due mesi di affinamento in bottiglia. Il gusto eccellente del Chianti Classico si apprezza pienamente con arrosti di carne rossa e selvaggina.
L'esportazione di vini di pregio costituisce una delle voci trainanti dell'economia chiantigiana e i principali mercati di riferimento, a parte quello italiano che la fa da padrone, sono gli Stati Uniti, recentemente balzati in testa alla classifica degli importatori, seguiti dalla Germania e del Regno Unito. Anche l'agriturismo, che negli ultimi anni ha registrato un vero boom facendo la felicità di numerosi imprenditori locali, può in ultima analisi essere considerato un riflesso della produzione enologica d'eccellenza, poiché le principali attrattive per i visitatori restano il vino e lo splendido territorio di produzione. Da non perdere il Vin Santo del Chianti Classico, un vino da dessert ambrato disponibile nelle versioni secco e amabile. E' recentissima l'acquisizione del marchio Dop (Denominazione di origine protetta) per l'ottimo olio extravergine d'oliva prodotto nel territorio del Chianti Classico. Nel Chianti si producono anche salumi e formaggi squisiti, e la gastronomia, di base "povera" riserva innumerevoli sorprese agli amanti della buona tavola. Fittissima è la rete di ristoranti, osterie, trattorie, cantine ed enoteche dove si degustano i vini e si assaggiano le specialità locali.

Un giro nel Chianti


Greve in Chianti


Un giro nelle campagne chiantigiane parte da Greve in Chianti, il cui territorio rientra completamente entro i confini della produzione di vini certificati con la Docg e confina con la provincia di Siena. La strada che conduce a Greve in Chianti è un susseguirsi di diramazioni per residenze storiche e castelli oggi per la prevalenza trasformati in cantine: si incontrano il Castello di Vicchiomaggio, del XIII secolo e trasformato in villa nel Cinquecento, il Castello di Uzzano e il Castello di Verrazzano, villa - fattoria sorta sulla casa padronale della famiglia di Giovanni da Verrazzano, navigatore grevigiano che scoprì la Baia di Hudson, dove oggi sorge New York.
Il capoluogo è un grosso borgo sviluppatosi intorno alla scenografica piazza triangolare, lastricata in pietra e fiancheggiata da eleganti loggiati. Piazza Matteotti nel Medioevo fu il "mercatale" del castello di Montefioralle che ancora oggi domina Greve in Chianti. Nel centro del paese merita una visita la Chiesa di Santa Croce, fondata sui resti di una pieve medievale ma di aspetto ottocentesco. All'interno si conservano un bel trittico di Bicci di Lorenzo raffigurante la Madonna col Bambino e Santi della prima metà del XV secolo e un Crocifisso ligneo del Seicento.
Da vedere anche il Museo di Arte Sacra di San Francesco, allestito nei locali dell'ex convento francescano lungo la strada che da Greve conduce a Montefioralle. La cappella del convento conserva una pregevole Pietà in terracotta policroma riferibile al Cinquecento e la raccolta del Museo mostra oggetti di arte sacra risalenti ad un periodo compreso fra il Trecento e il Settecento, provenienti da vari luoghi di culto sparsi sul territorio comunale. A Panzano in Chianti si visita la Pieve di San Leolino, ricordata fin dal X secolo e ricostruita in forme romaniche, cui venne aggiunto nel Cinquecento un porticato con colonne di ordine tuscanico. All'interno numerose opere pittoriche di scuola fiorentina e una lastra di pietra decorata con intrecci geometrici di epoca alto medievale. Sopra il moderno abitato di Greve in Chianti si trova il borgo castellano di Montefioralle, assai suggestivo per via delle strette stradine lastricate che si arrampicano fin sulla sommità del poggio, all'interno di un complesso che conserva intatta l'urbanistica medievale. Nella chiesa di Santo Stefano è custodita una tavola cuspidata duecentesca con la Madonna e il Bambino.
Un bel percorso nei dintorni di Greve in Chianti parte dall'abitato di Strada e segue la provinciale per La Panca, immerso fra paesaggi bellissimi ed architetture maestose: meritano una sosta il Castello di Mugnana , con la pieve omonima rifatta in stile romanico nel Novecento, e il prospiciente Castello di Sezzate. Il Borgo di Cintoia conserva ancora l'aspetto duecentesco e da lì si parte per raggiungere l'imponente abbazia vallombrosana di Montescalari, oggi trasformata in fattoria. Una bella escursione da Greve in Chianti è quella sul Monte San Michele, il più alto fra i Monti del Chianti che non di rado in inverno si ammanta di neve. I boschi del San Michele sono oggetto di tutela ed offrono una fitta rete di sentieri da percorrere a piedi o a cavallo, aree attrezzate per il pic nic, un percorso vita per eseguire esercizi ginnici, un piccolo albergo - trattoria dove si gustano specialità tipiche chiantigiane.

San Casciano in Val di Pesa


San Casciano in Val di Pesa è un importante centro vitivinicolo e il cuore storico conserva ampie tracce delle mura di fortificazione erette nel Trecento dalla Repubblica Fiorentina. Da vedere la settecentesca Collegiata di San Cassiano, dove si conserva un Crocifisso della bottega di Baccio da Montelupo, e i palazzi signorili che si affacciano sull'antica via Cassia.
La Chiesa della Misericordia, o di Santa Maria del Prato, ospita il Museo della Misericordia dove si raccolgono pregevoli opere d'arte, fra cui un pergamo marmoreo decorato con bassorilievi di Giovanni di Balduccio, importanti dipinti fiorentini e senesi risalenti al periodo compreso fra il Trecento e il Seicento, ed uno straordinario Crocifisso di Simone Martini.
Nella Chiesa di Santa Maria del Gesù si trova invece il Museo Vicariale di Arte Sacra, dove sono esposti dipinti, sculture ed oreficerie splendide provenienti dalle chiese dei dintorni.
Custodisce anche due capolavori dei pittori cosiddetti "Primitivi": San Michele Arcangelo, attribuito a Coppo di Marcovaldo, e la Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti. Nella piccole e deliziosa frazione di Sant'Andrea in Percussina, dove ha sede il Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico, si trova anche il cosiddetto "Albergaccio" dove visse Niccolò Machiavelli al tempo dell'esilio, toccato al grande pensatore rinascimentale nel 1512, quando i Medici tornarono a Firenze dopo la "cacciata". Proprio qui il Machiavelli scrisse la sua opera più celebre, Il Principe. Oggi la residenza è di proprietà del Gruppo Italiano Vini che l' ha accuratamente restaurata: si visitano la villa, le cantine e da un emozionate sotterraneo si raggiunge anche l'Osteria descritta dal Machiavelli in una delle sue più famose lettere.

Tavarnelle Val di Pesa


Tavarnelle Val di Pesa è un insediamento che si affaccia sulla Cassia, nato dalla fusione di numerosi borghi disseminati lungo l'antica "via regia" romana. Nel centro del paese si visita la Chiesa di Santa Lucia al Borghetto, costruita nel XIII secolo e tra i migliori esempi di gotico della zona. All'interno si conservano parti di un ciclo di affreschi della seconda metà del Trecento.
San Donato in Poggio, frazione di Tavarnelle, è cinto ancora dalle mura medievali, nelle quali si aprono due delle porte originali. A San Donato si trovano la pieve omonima, modello di romanico fiorentino del XII secolo, e il Palazzo Pretorio. A nord del capoluogo, sopra la Sambuca, è d'obbligo una sosta alla Badia Vallombrosana di Passignano, fondata nel 1049 da San Giovanni Gualberto: il grandioso complesso monastico fortificato nel Quattrocento sorge in una posizione particolarmente pittoresca e nella cappella di San Michele Arcangelo si ammirano gli affreschi di Domenico Cresti, detto il Passignano. All'interno del Monastero si visitano il refettorio, con una Ultima cena di Davide e Domenico Ghirlandaio, la vecchia cucina e la sala del Capitolo. Tornando verso il centro di Tavrnelle, al Morrocco, ci sono la chiesa e il convento Carmelitano di Santa Maria e, poco distante, il Museo Vicariale ospitato nella canonica dell'antica pieve di San Pietro. Raccoglie capolavori di pittura e di scultura, oreficerie, minute e parati provenienti dalle chiese dei dintorni.

Castellina in Chianti


Castellina in Chianti, già in territorio senese, è un borgo medievale arroccato in posizione panoramica, su un colle che domina le valli dell'Arbia, della Pesa e dell'Elsa. L'insediamento è di origine etrusca, come testimonia il tumulo del VII - VI secolo a.C. rinvenuto sull'altura di Montecalvario. Castellina fu per secoli l'ultimo avamposto senese, ma poi dovette soccombere ai fiorentini che la cinsero di mura nel Quattrocento.
Delle fortificazioni smantellate dopo la caduta di Siena resta oggi la Rocca, costruzione con torrione trecentesco e cassero del Quattrocento, che domina il paese. Oggi è sede del comune dove si trova un piccolo antiquarium con reperti etruschi rinvenuti nei dintorni.

Radda in Chianti


Radda in Chianti sorge sullo spartiacque tra le valli della Pesa e dell'Arbia, al centro di una campagna coperta di vigneti e coronata da boschi. Già nel 1203 entrò a far parte dei possedimenti fiorentini e venne fortificata nel Quattrocento, con mura possenti che oggi si conservano solo in parte.
E' intatta invece la struttura medievale del borgo, dove le stradine lastricate si sviluppano disegnando un ellisse attorno alla trecentesca chiesa di San Niccolò.
Da vedere il Palazzo Pretorio, costruito nel 1415 ed oggi sede del comune, e la fattoria di Vignale, sede storica del Consorzio del Chianti Classico Gallo Nero e sede di un Centro Studi sul Chianti. Nella fattoria di Montevertine, poco fuori dal paese, é stato allestito un piccolo Museo del Chianti, dedicato alla civiltà contadina.
Tornando da Radda in direzione di Greve in Chianti si trovano la Pieve di Santa Maria Novella e il Castello di Volpaia, due capolavori di architettura immersi nel fitto dei boschi, La Pieve di Santa Maria novella è quel che resta di un villaggio medievale e, pur se rimaneggiata nell'Ottocento, ha conservato parte della struttura originaria. Il castello di Volpaia è un posto d'incanto: costruito dai fiorentini nel XII secolo conserva intatta l'urbanistica e l'atmosfera medievale. Da non perdere la visita alla Badia a Coltibuono, monastero fondato agli inizi dell'anno Mille e guidato dai Vallombrosani dal 1115 al 1810. Oggi è stato trasformato in villa e fattoria e dell'antico complesso monastico rimane la Chiesa romanica fiancheggiata da un imponente campanile. Intorno alla Badia si stende una fitta foresta di abeti, piantata e curata nei secoli dai monaci .

Gaiole in Chianti


Gaiole in Chianti è un antico mercatale sviluppatosi nella valle dell'Arbia, circondato da dolci colline coltivate a vigneti e oliveti. Nelle vicinanze del paese si trovano due piccoli villaggi fortificati: Spaltenna, dove si conserva la pieve romanica di Santa Maria costruita nel XII secolo, e Vèrtine, antico borgo dei Ricasoli rimasto intatto dal tempo della fondazione, nel Duecento.
Nelle vicinanze di Gaiole merita una visita anche il Castello di Meleto, bell'esempio di fattoria fortificata fondata nel XII secolo. Domina dalla cima di un colle protetto da due torrioni fortificati e conserva saloni affrescati, logge, cortili e un delizioso teatrino del Settecento.
Maestoso ed imponente il Castello di Brolio fu costruito intorno al Mille, ma oggi mostra le forme goticheggianti volute dal barone Bettino Ricasoli nell'Ottocento. E' sede di una delle più grosse fattorie chiantigiane e custodisce la cappella di San Jacopo, con due polittici del Trecento, e la cripta con le tombe dei Ricasoli. Nel Medioevo il Castello di Brolio fu spesso al centro delle lotte tra senesi e fiorentini, che lo conquistarono definitivamente nel 1533. Dal XII secolo è di proprietà della famiglia Ricasoli.

Castelnuovo Berardenga


Castelnuovo Berardenga sorge sulla sommità di un colle che domina le valli dell'Ombrone e del torrente Malena. Del castello costruito dai senesi nel Trecento restano una torre e parte delle mura. Villa Chigi venne edificata sulle rovine del castello alla fine del Settecento. Nella chiesa parrocchiale si conserva una Madonna col Bambino di Giovani di Paolo.
San Gusme'

Da non perdere una sosta a San Gusmè, incantevole borgo fortificato medievale, citato nei documenti fin dal IX secolo. Il tessuto edilizio medievale, le mura costruite dai senesi nel Duecento, le antiche porte coronate da stemmi si sono conservate intatte nei secoli ed oggi regalano ai visitatori momenti di intensa suggestione.
Monteaperti

Gli appassionati di storia e i cultori del poema dantesco non possono mancare una escursione a Monteaperti, divenuta celebre per la cruenta battaglia decisiva tra Firenze e Siena che qui si svolse il 4 settembre 1260, sancendo il primato dei Fiorentini.
Cantata nella Commedia di Dante, la battaglia ha condotto Monteaperti alla notorietà e sul poggio di Monteapertaccio, da dove si gode un panorama superbo sulla valle dell'Arbia, un cippo ricorda il sanguinoso evento. Per rientrare a Siena si può percorrere un itinerario alternativo, che sfiora il Castello delle Quattro Torri: l'edificio, costruito fra il Trecento e il Quattrocento, ha impianto quadrangolare con quattro torri angolari e custodisce un delizioso cortile interno.
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